Gessica sfregiata con l'acido dall'ex Lucia Annibali: «Devi essere forte»

Lucia Annibali
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URBINO - «Quello che mi colpisce è l'utilizzo sempre più frequente di questa modalità, il ricorso all'acido, al fuoco. Mi colpisce e mi rattrista». Lucia Annibali, l'avvocatessa di Urbino sfregiata nel 2013 con l'acido da due sicari assoldati dall'ex Luca Varani, condannato a 20 anni per tentato omicidio e stalking, è diventata il simbolo di tutte le donne vittime di questo tipo di violenza, perché non si è voluta piegare alle sue conseguenze devastanti e non ha avuto paura di mostrarle in pubblico. Reduce da decine di dolorosi interventi per riparare ai danni provocati dall'aggressione, commenta oggi l'ennesimo attacco che ha avuto per protagonista la 28enne riminese Gessica Notaro. «Io un esempio per le donne? Ma i buoni esempi dovrebbero funzionare per gli uomini. E invece loro non prendono il buon esempio, anzi lo prendono in senso inverso, come una sorta di emulazione, purtroppo». «L'acidificazione - ha avuto modo di dire più volte la Annibali - equivale alla morte di una persona, anche se la lasci in vita, perché la sottoponi ad una tortura quotidiana». Gessica, in un'esperienza fotocopia, versa ora in gravi condizioni al Bufalini di Cesena, dov'è ricoverata in prognosi riservata per ustioni abbastanza profonde soprattutto al volto, nella zona degli occhi, anche se i medici contano di salvarle la vista. Cosa si sente di dirle Lucia? «Io spero che possa ricevere le cure migliori, che possa recuperare al massimo. Sicuramente - aggiunge - ci vuole molta forza di volontà, e anche come paziente deve mettersi nell'ottica di guarire, deve provare il desiderio di venirne fuori. È una cosa molto lunga, e le conseguenze che un'aggressione di questo tipo comporta dureranno tutta la vita. Io, a tutt'oggi, ne risento»
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Corriere Adriatico