Pesaro, furti su commisione di ceramiche e maioliche: indagato per ricettazione

Pesaro, furti su commisione di ceramiche e maioliche: indagato per ricettazione
PESARO - Per un intero inverno a cavallo tra il 2017 e il 2018 i ladri avevano imperversato scegliendo però bottini mirati, fatti solo di maioliche e ceramiche della...

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PESARO - Per un intero inverno a cavallo tra il 2017 e il 2018 i ladri avevano imperversato scegliendo però bottini mirati, fatti solo di maioliche e ceramiche della tradizione pesarese. Furti su commissione, avevano ipotizzato gli inquirenti, con colpi che avevano riguardato soprattutto negozi antiquari e case d’arte. Nel frattempo le indagini sono proseguite e oggi a distanza ormai di un anno la procura ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per un 50enne accusato di ricettazione di oggetti d’antiquariato, difeso dall’avvocato Matteo Mattioli del foro di Pesaro.

 

L’uomo è stato denunciato nel marzo 2018 per due episodi. Nel primo caso il 50enne avrebbe cercato di vendere ad una bancarella del mercatinodell’antiquariato, un vaso di ceramica lucida di Gualdo Tadino, che si presume sia stato rubato al negozio, ora chiuso, di Moscatelli. Nel secondo caso l’uomo, avrebbe invece cercato di vendere un Arlecchino in ceramica alla titolare di un negozio di via Rossi, che avrebbe rifiutato però la proposta di vendita, accettando invece di esporlo in negozio, e cedendo al 50enne come contropartita un altro oggetto. L’Arlecchino è stato però visto e riconosciuto, dall’antiquario di corso XI Settembre, uno degli esercizi commerciali colpiti dai raid dei ladri. Proprio da questo episodio sono partite le indagini che hanno permesso di arrivare al pesarese. «Tengo a precisare che nel frattempo sono state effettuate diverse perquisizioni domiciliari in casa e in auto nei confronti del mio assistito, ma tutte con esito negativo – riferisce il legale Mattioli - il provvedimento di chiusura delle indagini a nostro carico ci è stato comunicato di recente. Il nostro assistito si è detto estraneo alla ricettazione e non a conoscenza della provenienza dei pezzi d’antiquariato in suo possesso, che sarebbero stati invece acquistati legittimamente e in buona fede». Complessivamente i colpi perpetrati ai danni di esercizi commerciali e negozi di antichità, hanno fruttato un bottino di diverse migliaia di euro.
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Corriere Adriatico