Pesaro, è morto Paolo Ferri Era il fratello del benzinaio ucciso

Paolo Ferri insieme a Papa Francesco
PESARO - È morto a Pesaro dopo una breve malattia Paolo Ferri, 46 anni, uno dei fratelli di Andrea Ferri, il commerciante ucciso in un agguato a scopo di rapina il 4...

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PESARO - È morto a Pesaro dopo una breve malattia Paolo Ferri, 46 anni, uno dei fratelli di Andrea Ferri, il commerciante ucciso in un agguato a scopo di rapina il 4 giugno 2013 la cui storia commosse papa Francesco, che da allora chiama abitualmente al telefono la famiglia per far sentire la sua vicinanza. «Paolo - racconta all'ANSA il fratello Michele - era affetto dalla sindrome di down. A marzo gli era stato diagnosticato un tumore, e a maggio, quando era già grave, siamo andati in Vaticano perché il papa voleva conoscerlo. Il 9 settembre scorso papa Francesco ci ha chiamato per sapere come stava, e per parlare con mia madre Rosalba, come fa sempre». Rosalba, 80 anni, ha perso tre figli (l'altro era Gianluca) e il marito, ma non la fede.


«Ora è distrutta - dice Michele -, viveva in simbiosi con Paolo, che per lei era ancora come un bambino. Non l'ha lasciato solo un minuto, e temo che i prossimi giorni saranno terribili». Paolo Ferri è morto la notte scorsa, e stamattina Michele ha subito avvertito «la Segreteria del papa, che è i viaggio in Azerbaigian. Non so quando potrà chiamarci, ma sono sicuro che appena possibile lo farà. Di telefonate ne abbiamo ricevute 28 in questi anni». «Ogni volta - spiega - ci dice che non è lui che dà la forza a noi, ma noi a lui. 'Sentivo proprio il bisogno di chiamarvì ripete. E anche 'mi siete entrati nel cuorè». Fu Bergoglio stesso a rivelare in un'intervista che faceva «una chiamatina ogni mese» a una famiglia di Pesaro. La prima telefonata fu ad agosto 2013, due mesi dopo l'omicidio del commerciante. Michele Ferri aveva scritto al pontefice una lettera piena di sconforto, lasciando il suo numero di cellulare. La prima chiamata dal Vaticano arrivò a quell'utenza, «ma poi il papa si è appuntato il numero di telefono di casa (gliel'abbiamo dettato e lo sentivo scrivere) e da allora telefona direttamente alla mamma, senza passare per intermediari». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico