Emergenza idrica a Pesaro, le autobotti fanno la spola per rifornire d'acqua 28 Comuni

Emergenza idrica a Pesaro, le autobotti fanno la spola per rifornire d'acqua 28 Comuni
PESARO - Temperature alte, piogge quasi inesistenti, fiumi in secca, invasi al minimo e serbatoi, più di tutto delle aree interne, in affanno, sono questi primati che fanno...

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PESARO - Temperature alte, piogge quasi inesistenti, fiumi in secca, invasi al minimo e serbatoi, più di tutto delle aree interne, in affanno, sono questi primati che fanno del pesarese, con l’ascolano, una delle due province per cui la Regione Marche chiede lo stato d’emergenza. L’estate 2022 è sulla via del record. Non tanto per le temperature ma per la durata e l’intensità del caldo. La calura ha battuto il primato della continuità. L’estate è arrivata precoce a maggio e le ondate di caldo rovente, senza tregua, si sono susseguite una dopo l’altra. Sentiment scientificamente confermato dai dati rilevati dall’Osservatorio “Valerio” del Comune di Pesaro relativi al mese di luglio.

 

I numeri della morsa del caldo sono da primato: la temperatura media tra le minime della notte e le massime del giorno è stata di 26,5 gradi e sono stati solo sette, i giorni dove la colonnina di mercurio non ha superato la soglia dei 30 gradi come massimale. Quanto alle precipitazioni, sono state davvero scarse: è piovuto sulla città appena 1,2 mm, il che corrisponde a 1,2 litro al metro quadro con delle gravi conseguenze sulla vegetazione urbana. Praticamente zero. 


Le contromisure
Intanto, le misure prese dal Comitato Provinciale della Protezione Civile in accordo con la Regione Marche stanno aiutando il Metauro a riprendere fiato. Nell’invaso del Furlo che alimenta l’invaso di San Lazzaro, fondamentale per l’acquedotto della costa, arrivano 550 litri al secondo in più. Dal 14 luglio, il pozzo artesiano di Sant’Anna di Fossombrone - scavato a seguito della crisi idrica del 2017 proprio per le emergenze - eroga 150 l/sec e, dal 26 luglio, dal Pozzo artesiano del Burano, tra Cagli e Cantiano, sono pompati 200 l/sec che, su decisione del comitato, possono diventare 300 l/sec. A cui si aggiunge la riduzione di 200 l/sec del deflusso dell’invaso di Tavernelle. Provvedimenti che hanno consentito di superare la soglia critica del 20% della capienza per gli invasi e consente agli utenti e all’economia del turismo e del tempo libero della costa e di non avere problemi d’acqua. Mentre per le aree interne, tutto dipende dalla logistica degli uomini di Marche Multiservizi che, con tempestività, hanno in questi ultimi quindici giorni intensificato gli interventi sui serbatoi.

Perché se dall’inizio di giugno fino a metà luglio, le autocisterne hanno trasportato in 45 giorni con 350 viaggi ben 5mila mc d’acqua destinati a 21 Comuni, da metà luglio al 3 agosto, in soli 18 giorni, hanno organizzato altri 350 viaggi e trasportato altri 5mila mc d’acqua andando a supporto questa volta di 28 Comuni. I viaggi sono stati più frequenti verso Fossombrone, Urbania, Cagli, Sassofeltrio, Pergola, Belforte all’Isauro, Piobbico, Fermignano, Lunano, Borgo Pace, Colli al Metauro e Frontino; più radi verso Piandimeleto, Monte Grimano, Sassocorvaro-Auditore, Peglio, Petriano, Macerata Feltria, Cantiano, Montefelcino, Tavoleto, Monte Cerignone, Sant’Ippolito, Terre Roveresche, Acqualagna, Frontone, Mercatino Conca e Mondavio. Misure che tuttavia non servono a nulla se l’utente, il cittadino, non è consapevole che la risorsa acqua è fondamentale e non deve assolutamente essere sprecata ma usata responsabilmente e in un modo corretto. 

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Corriere Adriatico