Pesaro, disperata per amore trovata e salvata sulla banchina del porto

Pesaro, disperata per amore trovata e salvata sulla banchina del porto
PESARO - Trovata sulla banchina del porto in piena notte, dopo che aveva effettuato una serie di chiamate alla guardia medica in cui dava l’impressione di poter compiere...

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PESARO - Trovata sulla banchina del porto in piena notte, dopo che aveva effettuato una serie di chiamate alla guardia medica in cui dava l’impressione di poter compiere gesti inconsulti. E’ la storia di una notte convulsa, quella tra sabato e domenica, in cui i carabinieri di Pesaro hanno portato avanti una ricerca senza sosta per trovare una ragazza di 23 anni, che al telefono sembrava disperata.

  
Tutto è iniziato intorno alle 3 di notte quando alla guardia medica sono arrivate tre telefonate. Lei raccontava di una delusione d’amore, di essere giù di morale, troppo triste. Il medico si è spaventato perché durante il colloquio la ragazza interrompeva la telefonata bruscamente. Diceva poche cose, parlava a monosillabi e a singhiozzi.
Così la guardia medica ha tentato di richiamare la ragazza, ma lei non rispondeva più. Di qui l’allarme ai carabinieri che prontamente hanno raccolto la storia e saputo il nome della giovanissima. Una volta scoperto che abitava in zona porto e temendo gesti estremi, l’hanno cercata in tutta la zona mare, tra i due porti. Finché hanno notato una ragazza sola muoversi verso le banchine. Non solo, la giovane, quando ha visto i carabinieri, ha messo via il cellulare e lo ha spento, come se non volesse farsi localizzare. Ma i militari sono stati abili a ritrovarla poco dopo, seduta sul bordo di una banchina del porto.
Temendo un possibile gesto estremo, l’hanno avvicinata con molta calma e hanno iniziato a parlarci, molto attentamente per evitare reazioni particolari. Personale, quello dei carabinieri, formato e capace di intervenire in queste situazioni al limite.
La ragazza ha confermato la sua delusione d’amore per un ragazzo che non corrispondeva i suoi sentimenti. Ma ha precisato di non pensare a gesti estremi e di volere solamente attirare un po’ di attenzione rispetto alla sua storia. In ogni caso è stata prima convinta ad allontanarsi da quella posizione e poi a farsi accompagnare al pronto soccorso. Qui ha potuto parlare con una psichiatra a cui ha raccontato la sua storia. La ragazza è tornata sui suoi passi e ha mostrato lucidità.

Non è stato necessario un trattamento sanitario obbligatorio, la giovane è stata riportata a casa. Una notte agitata per fortuna chiusa nel migliore dei modi, un intervento tempestivo per evitare il peggio. Un paio d’ore ad alta tensione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico