Vuole sbloccare il denaro suo e anche quello della madre: minaccia e chiude in casa il tutor della donna

Vuole sbloccare il denaro suo e anche quello della madre: minaccia e chiude in casa il tutor della donna
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PESARO - Pretendeva di sbloccare i titoli cointestati con la madre in un batter di ciglia per nulla disponibile a rispettare i tempi di quella procedura. Finisce a processo per aver minacciato l’amministratrice di sostegno. E’ il caso di un uomo di 45 anni pesarese che è finito davanti al giudice monocratico di Pesaro con l’accusa di violenza privata. 

 
L’uomo, difeso dall’avvocatessa Francesca Paradisi, aveva dei titoli in comproprietà con la madre anziana e allettata. La signora era assistita da un’amministratrice di sostegno, come stabilito dal tribunale. Il 45enne voleva sbloccare i titoli per poter ottenere della liquidità di cui aveva bisogno, così si è rivolta alla legale rappresentante della madre. L’amministratrice ha spiegato che avrebbe portato avanti la procedura, ma che serviva del tempo affinchè potesse arrivare l’autorizzazione del giudice tutelare. L’uomo voleva che tutto avvenisse in maniera veloce, probabilmente perché necessitava dei soldi. Si parla di qualche migliaio di euro che sarebbero potuti essere disponibili di lì a poco ma non abbastanza poco per le sue necessità. 

Così, quando ha scoperto che i tempi si sarebbero dilatati, ha reagito molto male e si è presentato sotto casa della donna impedendole di uscire per una ventina di minuti. Un lasso di tempo condito da urla e minacce come: «So dove lavora tuo marito». E ancora: «So dove vanno a scuola i tuoi figli». Infine : «Hai chiuso, vedrai cosa ti succede». Dopo quei venti lunghi minuti in cui la donna è stata costretta a ritirarsi in casa, si è allontanato ma è scattata la denuncia per violenza privata nei confronti di un pubblico ufficiale. 


Il processo si è incardinato e ieri l’uomo è stato giudicato con rito abbreviato. Il pubblico ministero ha chiesto 2 anni di condanna. L’uomo ha altri precedenti per minacce a pubblico ufficiale. Il giudice lo ha condannato a 10 mesi, attribuendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. 

 

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Corriere Adriatico