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PESARO - Ex Cif, tutto pronto per la demolizione, la ditta procede nei lavori propedeutici, ma si attende il via libera del Comune. Ieri mattina c'era movimento lungo via Kolbe, davanti all’ex Centro italiano femminile. Una ruspa e diversi operatori intenti a lavorare nel terreno ai lati del rudere abbandonato. L'impresa all'opera ha riferito sul posto che sta effettuando alcuni lavori propedeutici all'abbattimento della struttura.
Demolizione che però non è ancora partita: si attendono da parte degli uffici comunali le ultime certificazioni per avviare la bonifica e la successiva fase di abbattimento e ricostruzione. Dentro l'ex Cif, nei locali abbandonati e in uno stato di degrado vistoso, c'è un po' di tutto, come avevamo avuto modo di constatare un mese fa.
Le vecchie scorribande
Reti dei materassi negli angoli delle stanze, bacinelle riempite con le birre vuote. Batterie esauste, sedie rovesciate. E sul pavimento una miriade di vetri rotti, in buona parte dovuti alle vetrate esterne frantumate, così come mattoni e altri calcinacci. Tutti i segni di quello che per anni è stato un dormitorio e luogo di scorribande notturne. Decine di sacchi pieni di materiali di rifiuto, situati nell'atrio centrale dell'edificio, rappresentano però il primo segno di un'inversione di tendenza, insieme alla perimetrazione dell'area.
Prima la pulizia, poi la bonifica generale dai materiali inquinanti, e la demolizione.
Cosa smantellare
In prima battuta, dovrà essere bonificata tutta l’area e il terreno, anche perché sotto le fondamenta dell’ex Cif, sono presenti vecchi materiali di costruzione, che oggi devono necessariamente essere smantellati, perché non più idonei e a norma, dal momento che il complesso è chiuso e dismesso da 35 anni e dovranno essere rimossi dalla struttura e dalle fondamenta, materiali di amianto ed eternit. Il lotto aggiudicato nell’asta del 2022 è di 2 mila 100 metri quadri per l’allora cifra di 635 mila euro e sei precedenti tentativi di vendita negli ultimi anni, andati a vuoto. L’intenzione di base è una riconversione ad appartamenti turistici in primis e una parte ad uso residenziale, da rimettere però in vendita sul mercato immobiliare, puntando tutto sulla vista ad effetto che guarda al lato Levante-Sottomonte e alla città.
Gli appartamenti residenziali devono essere almeno di 75 metri quadri mentre l’appartamento turistico può essere anche un bilocare di 50 metri quadri, che in quella precisa zona del lungomare di Levante si può vendere anche intorno ai 180 mila euro. Nel corso degli anni in più occasioni si è tentato di cancellare quella brutta cartolina della zona mare, ma senza mai riuscirci. Sei anni fa era stato interessato anche dall'ordinanza sul decoro, con le impalcature che avevano coperto la facciata. Ma poi la protezione era stata rimossa.
La sua storia
Negli anni quell'immobile, un tempo colonia del Centro Italiano Femminile, poi casa di riposo per anziani, è diventato uno dei simboli tra i contenitori vuoti che portano incuria e fatiscenza alla città. Un tentativo di recupero della struttura era arrivato dall'operazione urbanistico-turistica di trasformazione in un albergo, trasferendovi la capacità ricettiva dell'ex Lido di viale Zara, da riconvertire in appartamenti.
Niente da fare anche in quel caso. L'ultima chance è stata la vendita. Ci sono voluti più tentativi. Poi l'ultimo, di poco più di un anno fa, è andato a segno, E ora all'orizzonte c'è la rinascita di quel sito.
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Corriere Adriatico