Pesaro, Berloni a un bivio dopo l'offerta, i sindacati: «Subito un tavolo con tutti i protagonisti»/ Tutte le cifre

Pesaro, Berloni a un bivio dopo l'offerta, i sindacati: «Subito un tavolo con tutti i protagonisti»/ Tutte le cifre
PESARO - Offerta per la Berloni, la Ikitchen di Nociglia è uscita allo scoperto. Bocche cucite e riservatezza, ma per i sindacati la chiave di lettura è duplice e...

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PESARO - Offerta per la Berloni, la Ikitchen di Nociglia è uscita allo scoperto. Bocche cucite e riservatezza, ma per i sindacati la chiave di lettura è duplice e porta a una conclusione della vicenda in un senso o nell’altro: continuità o vendita separata di marchio e capannone. 


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Il Ceo della Ikitchens Antonio Calvi ha fatto sapere di aver «depositato una proposta di affitto con finalità di acquisto del comparto industriale denominato Berloni Group Pesaro ad un prezzo massimo stabilito di euro 7,5 milioni di euro condizionato ad alcuni adempimenti di carattere giuridico». Nel dettaglio si legge che «il contratto di affitto di ramo di azienda per la durata di 4 anni conterrà un’opzione di acquisto dell’azienda e del terreno circostante». E rispetto al canone di affitto si parla di «un minimo di 10 mila euro al mese fino a un massimo di 50 mila euro al mese».
 
La Ikitchens è una società a responsabilità limitata che ha sede a Nociglia, piccolo paese in provincia di Lecce, un capitale sociale di 111 mila euro e 9 dipendenti. L’imprenditore Calvi ha aggiunto che «la nostra proposta attualmente risulta l’unica possibilità di ripresa in loco della produzione – spiega Calvi - che da un lato vedrebbe il reintegro immediato delle attuali maestranze e dall’altro lo sviluppo di un piano industriale che vede lo stabilimento di Pesaro al centro di ciò che consideriamo possa diventare il Polo della Cucina Italiana con un ulteriore incremento delle maestranze sino alla soglia stabilita di 180 unità a regime». La notizia ha fatto subito il giro della città e i lavoratori hanno subito cercato una sponda nei sindacati per avere notizie. 
Meglio di uno spezzatino però...
«L’idea di mantenere la forza lavoro e continuare la produzione è sicuramente meglio di uno spezzatino tra marchio e capannone – spiega Giuseppe Lograno della Fillea Cgil - A questo punto è bene che le istituzioni creino un momento di confronto tra il liquidatore, Berloni e i soggetti che hanno fatto le proposte. Non sappiamo se l’offerta di Ikitchens possa essere una fuga in avanti per far uscire allo scoperto il liquidatore o un colpo di coda prima di decisioni che vadano verso altre proposte. Vedremo gli sviluppi». C’è molta incertezza e riservatezza, ma da quanto si apprende ci sarebbero state offerte sia per il marchio sia per il capannone, in una sorta di spezzatino che non garantirebbe la continuità aziendale. Anche Paolo Ferri della Filca Cisl commenta: «Finchè il liquidatore non ci darà conferme certe non bisogna illudere nessuno. Se fosse un’offerta concreta ben venga, ma aspettiamo. Non vorrei fosse un gioco di mercato e rilanci». 
Gli ammortizzatori

Intanto la scorsa settimana è stata avanzata la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività al ministero. E’ una pratica da autorizzare però ci sono buone possibilità che vada in porto per un anno. I lavoratori avevano ottenuto ad aprile la cassa per Covid, un ammortizzatore che aveva garantito un minimo flusso di entrate per i lavoratori. Alcuni di loro hanno trovato un altro impiego, altri si sono licenziati per avere i soldi della disoccpazione. Vantano come arretrato la tredicesima e gli stipendi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo. La storica azienda di cucine era stata messa in liquidazione a fine novembre. I tempi sembrano maturi per una soluzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico