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PESARO - Valter Scavolini, imprenditore di rilievo e orgoglio per la città compie oggi i suoi primi 80 anni in un periodo particolare. Per lui è il secondo compleanno in piena pandemia, in un momento significativo anche per le imprese. I nuovi decreti rafforzano le misure di sicurezza per il paese, si è deciso per l’obbligo vaccinale per i lavoratori sopra i 50 anni e per il Super Green pass nelle ditte.
L’appello di Scavolini è chiaro, senza indugi. «Mi auguro vivamente che si riesca pian piano a vaccinare tutti, bisogna farlo, è importantissimo. Non capisco perché ci siano persone contrarie al siero», osserva. Come e dove festeggerà oggi? «Non ci voglio pensare, 80 sono un bel po’! Sarò a casa, con la famiglia, non è il momento storico per allargare a tanti. Già noi siamo in 20, non so nemmeno se saremo tutti. Fino all’ultimo non si può mai dire con questo virus…», sostiene Scavolini.
Il bilancio di una vita è altamente positivo. «Dico la verità, non voglio pensare alla mia età, perché quando ero ragazzo pensavo che una persona di 80 anni fosse vecchia e, se se ne andava, non faceva così clamore.
«La prima è la famiglia, con i miei 10 nipoti: è la cosa più bella. Sul lavoro è sempre andata abbastanza bene, il Cavalierato del Lavoro per un imprenditore è il massimo traguardo. Gli scudetti sono stati grandissimi e, credo, irripetibili». Ce ne sono stati anche tre col volley. «Quando parlo di titoli intendo tutti e cinque e nel basket sarebbero potuti essere anche qualcuno in più… Sono stati straordinari momenti, dall’azienda allo sport, anche a quello praticato. Non ho iniziato presto ma dai 35 in avanti mi sono sempre mosso». Le manca non andare al palas? «Eravamo abituati a esserci la domenica, da due anni io non vado, non voglio correre rischi, anche la squadra in questi giorni non gioca per via dei contagiati. La guardo per televisione, ultimamente la Carpegna Prosciutto andava bene, peccato essersi fermati. L’ultima vittoria a Brindisi ha galvanizzato, siamo sulla strada giusta». Ha abbandonato le sue passioni, ciclismo e sci?
«Non salgo su una bicicletta dall’ultimo incidente, una decina d’anni fa. In bici si corrono dei rischi, qualcuno ci ha anche lasciato le penne. Da due anni non vado più a sciare causa lockdown, quest’inverno qualcuno ha ricominciato ma i miei figli in montagna non hanno sciato per non correre pericoli, io ho fatto lo stesso per paura dei contagi. Adesso sto camminando, mi è rimasto solo questo. Faccio delle belle passeggiate, alla mia età mia va bene così». La Sardegna resta la sua seconda casa. «In estate siamo andati, speriamo si possa ritornare. Da qui a luglio mi auguro si risolva in buona parte la situazione virus». Il PalaScavolini vedrà la luce in questo 2022? «Non lo chieda a me, deve domandarlo al Comune. Io non ne ho più pallida idea, preferisco non pronunciarmi». Cosa chiede al futuro? «Di riuscire a fare una vecchiaia in modo molto tranquillo, per il resto che l’azienda possa continuare sulla strada intrapresa finora».
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Corriere Adriatico