Chiesa della Maddalena, dopo i danni provocati dal sisma anche le scritte vandaliche sulla facciata

Chiesa della Maddalena, dopo i danni provocati dal sisma anche le scritte vandaliche sulla facciata
PESARO Le ferite del terremoto ancora da sanare e adesso anche le offese delle scritte vandaliche. Sono apparsi nuovi graffiti e tag sul portale, abbracciato dalla scenografica...

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PESARO Le ferite del terremoto ancora da sanare e adesso anche le offese delle scritte vandaliche. Sono apparsi nuovi graffiti e tag sul portale, abbracciato dalla scenografica facciata concava in cotto, della chiesa della Maddalena, ancora chiusa per le verifiche tecniche del Comune legate ai danneggiamenti procurati dalle scosse del 9 novembre e successivo sciame sismico che hanno gravemente lesionato il centro storico. 

 


Le segnalazioni


Una doppia segnalazione per il recupero, quella fatta di recente dal comitato ”Pesaro città d’arte e cultura”, che accompagna la richiesta rivolta all’Unesco affinché il monumentale tempio di via Zacconi, che a diverso titolo porta le firme di Vanvitelli e Lazzarini, diventi patrimonio dell’umanità. Sono ancora interdette le visite alla Maddalena, un accesso a ben vedere non è mai stato libero, quanto legato all’apertura in occasione degli spettacoli organizzati da Hangartfest. E mentre sono in corso gli interventi per il ripristino di alcuni distacchi di intonaco e parti antiche in muratura per il terremoto, si cerca di rimediare ai gesti di teppismo, i cui autori hanno tappezzato di scritte e disegni l’ingresso della monumentale architettura. «I danni del sisma accendono un faro sulla necessità di intervenire per il restauro e la conservazione della chiesa - rilancia l’esponente del comitato Roberto Malini -. La Maddalena è una meraviglia che vogliamo segnalare all’Unesco, ma deve essere opportunamente valorizzata. 


«È da ventisette anni che nessuno si occupa di fare i necessari controlli strutturali. Mi auguro che il Comune proceda con la manutenzione e l’adeguamento dell’ingresso laterale». La chiusura d’altra parte «fa ben sperare nella cura rivolta dalle istituzioni e dall’ente che gestisce la chiesa per la valorizzazione degli splendidi interni - sottolinea Malini -. Una volta effettuate le opere conservative, sarebbe il caso di accrescere la possibilità di visitare la Maddalena e contemporaneamente migliorare il calendario degli spettacoli. 


«La facciata inoltre è stata più volte oggetto di vandalismi e ora è di nuovo coperta di firme dei graffitari che dovrebbero essere ripulite per restituire all’architettura la sua dignità». L’ultimo restauro risale a ventisette anni fa quando l’architetto Celio Francioni si è occupato di un intervento che ha sancito l’utilizzo degli spazi come sede per eventi culturali. E in quell’occasione i dipinti di Lazzarini sono tornati nella collocazione originaria. Alle vestigia antiche si collega invece la ristrutturazione del 1740 per iniziativa di Vanvitelli e dell’allievo Antonio Rinaldi.


L’importanza


«Sicuramente una delle chiese più belle di Pesaro - fa notare Malini -, progettata dal genio del Neoclassicismo e del Rococò, autore nel XVIII secolo della Santa Casa di Loreto e della reggia di Caserta. Uno dei nostri monumenti di pregio delle Marche». L’interno, luminosissimo, è decorato da stucchi del bolognese Giuseppe Mazza. Sui tre altari le tele dipinte da Lazzarini tra il 1744 e il 1748. La curva della facciata e il portale conferiscono alla Maddalena un aspetto ricercato ed elegante che induce l’osservatore a guardare in alto, verso il cielo.

 

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Corriere Adriatico