Rivuole il cellulare sequestrato e prende d'assalto la caserma dei carabinieri: «Bruciate tutti»

Pesaro, rivuole il cellulare sequestrato e prende d'assalto la caserma dei carabinieri: «Bruciate tutti»
PESARO - Minacce, spinte e urla in caserma dai carabinieri. «Bruciate tutti, morite tutti, ve la farò pagare, non ho niente da perdere». Sono questi i toni che...

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PESARO - Minacce, spinte e urla in caserma dai carabinieri. «Bruciate tutti, morite tutti, ve la farò pagare, non ho niente da perdere». Sono questi i toni che un 21enne algerino ha usato contro i militari dell’arma a cavallo tra sabato e domenica, durante una notte turbolenta. Ieri la convalida dell’arresto per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, minacce, danneggiamento.

 

Tutto è iniziato qualche giorno prima quando l’algerino si sarebbe reso responsabile di danneggiamento e furto su una motovedetta della guardia costiera ormeggiata al porto di Pesaro. I carabinieri in poche ore sono riusciti a risalire al ragazzo, al quale hanno sequestrato il cellulare. Dopo un paio di giorni il giovane era determinato a voler indietro lo smartphone così in piena notte, dopo le 4, si è presentato alla caserma dei carabinieri. Qui è iniziato lo show. Si è sfilato la maglietta e pretendeva la restituzione. «Datemi il telefono, str…». Una rabbia tale da afferrare il cancello elettrico e sradicarlo dai binari dove scorre regolarmente. Nella foga ha anche sferrato una testata, tanto da ferirsi. Sul posto sono arrivati i rinforzi e l’ambulanza. Il cancello è caduto sulle scale, rompendo anche parte della muratura. Lui era su tutte le furie e ha continuato a insultare i carabinieri. C’era un motivo particolare perché rivolesse il cellulare. Ed è emerso in sede di udienza di convalida. «Il ragazzo ha detto di assumere medicine e psicofarmaci senza i quali perde la propria lucidità, come dimostrerebbe quanto accaduto – spiega l’avvocato difensore Alberto Bordoni - Nel cellulare ha spiegato di avere il numero della persona che poteva procurarglieli». All’arrivo dei sanitari, stesso trattamento, con i pugni sul cofano. Poi una spinta e un colpo a un carabiniere. Neppure una volta immobilizzato si è calmato, continuava a dare testate sull’asfalto e sul muro. Portato in carcere, ha iniziato a colpire con il braccio il cancello dicendo che i responsabili erano i carabinieri. Il giovane, senza fissa dimora, resta in carcere. 

 

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Corriere Adriatico