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PESARO - Un detenuto ha tentato di dare fuoco alla sua cella nel carcere di Pesaro, uno degli agenti della polizia penitenziaria intervenuta ha dovuto essere portato al pronto soccorso dell’ospedale per il fumo altamente tossico inalato e ora i sindacati della polizia penitenziaria compatti alzano il tiro e la voce parlando di una «ennesima giornata di ordinaria follia presso il carcere di Villa Fastiggi».
La ricostruzione
Ma procediamo con ordine. I fatti contestati risalgono alla tarda serata di sabato scorso quando, all’interno della casa circondariale, un detenuto straniero incendia il suo materasso all’interno della propria camera detentiva presso per motivi ancora da definire e sui quali sarà compito della direzione pesarese approfondire le cause di tale azione da parte dell’uomo. «Teniamo a ribadire - scrivono i sindacati della polizia penitenziaria in un comunicato congiunto firmato da più sigle sindacali che i detenuti utilizzano dei materassi ignifughi che non prendono fuoco ma se incendiati provocano una densa ed enorme quantità di fumo altamente nocivo e tossico che, come si è verificato sabato, ha interessato l’intero piano detentivo».
L’intervento
Dato l’allarme solo l’intervento dei poliziotti penitenziari in servizio ha evitato il peggio.
Presa di posizione
E poi rafforzano: «L’istituto penitenziario è divenuto, grazie alla discutibile gestione dei detenuti da parte del Prap di Bologna, ormai ricettacolo di detenuti con gravi problemi psichiatrici di difficile gestione che non è possibile curare, anche per la mancanza di figure professionali adeguatamente preparate oltre all’assenza del semplice medico generico. Ma ora - conclude la presa di posizione dei sindacati - noi e i nostri colleghi non siamo più disposti a subire questo “gioco al massacro” della polizia penitenziaria e presto ci faremo nuovamente sentire con una serie di manifestazioni e rivendicazioni rivolte ai “sordi” uffici superiori regionali e centrali.
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Corriere Adriatico