Capitale della Cultura, Pesaro prova a giocarsi la carta della cittadella della musica

Capitale della Cultura, Pesaro prova a giocarsi la carta della cittadella della musica
PESARO - Nelle sfide che Pesaro ha intenzione di affrontare, sia come capitale italiana della cultura 2024 che europea, insieme ad Urbino, per il 2033, è già stato...

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PESARO - Nelle sfide che Pesaro ha intenzione di affrontare, sia come capitale italiana della cultura 2024 che europea, insieme ad Urbino, per il 2033, è già stato ampiamente spiegato quanto non sia tanto importante aver già pronto il patrimonio strutturale esistente, ma quanto il percorso e il successo dell’impresa di farne un volano di sviluppo e ristrutturazione. Il racconto parte quindi da una Pesaro del futuro come sottolinea il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini.

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Il racconto

«Sicuramente racconteremo tutto il lavoro fatto sui contenitori, ovvero i grandi palazzi storico del centro cittadino, sul teatro, sul Museo Oliveriano, il palasport ecc, compreso il grande complesso del San Benedetto, sul quale c’è da iniziare un lavoro di trasformazione molto complesso ed è ovvio che non potrà essere pronto per il 2024, se saremo bravi forse nel 2033. Per quest’ultimo, soprattutto, la strada è quella che abbiamo segnato: un lavoro sinergico tra Comune, Asur (prorietaria dell’immobile, Istituto case popolari e partner privati, per realizzare un grande bacino all’insegna della cultura, in una articolazione tra Orti Giuli, San Benedetto e complesso del San Giovanni, per l’abitare, per il socio-sanitario, ma, soprattutto per fare in modo che quella parte di città non sia un “back” ma un biglietto da visita importante per chi vive, produce cultura, ma anche per chi cerca assistenza sociale e sanitaria». Un grande salto di qualità a cui servono decine di migliaia di euro reperibili tra i bandi di rigenerazione urbana e Recovery Plan, in una coesione tra Comune, Regione e privati, decisi a lavorare per un obiettivo forse, per la prima volta, possibile. 

L’altra partita

Ma il Comune ha un’altra partita in corso, dedicata al “villaggio musicale”: «Palazzo Ricci lo inseriremo nel bando di rigenerazione urbana cercando di attrarre ancora più risorse per il completamento, per un progetto già finanziato al 50% che potrà, assieme ai 6 milioni di euro per il Conservatorio, costituire un quadrilatero della musica veramente fenomenale. Appena anche il Conservatorio, all’interno di un palazzo del 700, potrà risolvere tutti i suoi problemi strutturali, impiantistici e di consumo energetico, e Palazzo Ricci diventerà un luogo della produzione artistico musicale, oltre che residenza di artisti e per studenti, avremo un vero e proprio campus della musica come, a questi livelli e sotto l’imprimatur del testamento di Rossini, ce ne sono pochi in Europa». Inoltre, qualcosa si muove anche intorno al quadrilatero legato all’arte e alla bellezza che si verrà a costituire tra palazzo Mazzolari Mosca, gli attuali Musei Civici e Casa Rossini.

L’intuizione

«L’idea - conclude Vimini - è quella di investire per un quadrilatero che dal museo Vangi (a piano terra), l’utilizzo di palazzo Mazzolari non più per gli uffici ma per i depositi museali, con una visibilità più frequente e regolare del patrimonio della marchesa, per dare contestualmente più spazio e più respiro alle collezioni permanenti dei musei civici nello spazio di palazzo Toschi Mosca, costituiranno una grande attrazione turistica per gli studenti, per i turisti e per i residenti stessi, un elemento di novità veramente importante nell’asse di via Rossini che interseca al meglio anche il pubblico che si affaccia dalla zona mare».

 

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Corriere Adriatico