Pesaro Capitale della cultura, polemica sul budget: «Poca chiarezza, tutti i fondi in mano alla Pescheria»

Il vicesindaco Daniele Vimini
PESARO - «Nel budget per la Capitale della cultura, insieme al finanziamento di 1 milione del Ministero, ritengo che arriverà 1 milione anche dalla Regione, per il...

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PESARO - «Nel budget per la Capitale della cultura, insieme al finanziamento di 1 milione del Ministero, ritengo che arriverà 1 milione anche dalla Regione, per il momento ci sono a bilancio soltanto 500 mila euro che potrebbero venire integrati con altri 500 mila. E a questi fondi si aggiungerà la fetta decisiva del Comune, grazie a sponsor e contributi». Parola di Dario Andreolli (Lega), vicepresidente dell’assemblea al termine della seduta di lunedì dove si è consumato uno scontro sulle risorse disponibili, la manovra per anticipare la liquidità, la gestione affidata alla Fondazione Pescheria e, più in generale, l’organizzazione di Pesaro 2024. 

 


La scelta


La giunta, per iniziativa dell’assessore al Rigore Andrea Nobili, ha optato per una variante al bilancio di previsione, dando fondo all’avanzo per anticipare e mettere in cassa il milione assicurato dal ministero della Cultura. Di contro la minoranza si è opposta alla delibera, invocando trasparenza e chiarezza sull’utilizzo degli ingenti fondi, con diverse sponsorizzazioni come quella del gruppo Hera di 100 mila euro. Risorse che saranno gestite dalla Fondazione Pescheria nell’assetto rinnovato per l’occasione della Capitale, alla guida del neo direttore artistico Agostino Riitano, autore del dossier decisivo per la vittoria di Pesaro 2024, che affianca il presidente e vicesindaco Daniele Vimini e il direttore generale Silvano Straccini.

La manovra, che prevedeva anche altre voci di spesa, è passata con 19 voti a favore e i 9 contrari della minoranza. La variante prevede l’applicazione di quote vincolate suddivise in due tranche, 800 mila nel capitolo 2023 e 200 mila per il 2024. «La nostra è stata una richiesta di informazioni senza nessun sospetto di opacità - ha chiarito il leghista Andreolli -. Quando entrano in bilancio delle risorse tanto considerevoli è lecito porsi delle domande sul funzionamento della macchina organizzativa. Non siamo mica in autobus dove è vietato disturbare il conducente. Le risorse confluiranno nella Fondazione Pescheria, una forma di privatizzazione per fini pubblici, un ente terzo chiamato a gestire i fondi e stipulare i contratti dove non siamo rappresentati. Non sono palesi in particolare le assunzioni e le collaborazioni con le quali si vuole strutturare la pianta organica». 


Il coinvolgimento


Sempre dai banchi del centrodestra Giulia Marchionni è partita all’attacco: «Purtroppo la partecipazione del consiglio comunale in Pesaro 2024 si limita a questa variante. Sarebbe opportuno un maggiore coinvolgimento nella progettazione per un evento veramente collettivo». Pronta le replica del vicesindaco Vimini: «L’accusa di mancata chiarezza è fumo che si agita per creare confusione e peggio ancora complicare le attività e ritardare l’obiettivo. Ogni Capitale si dota di uno strumento più snello per la gestione. Abbiamo fatto una scelta di sobrietà, evitando di creare un ente ad hoc che avrebbe comportato spese aggiuntive. Avendo di recente rivisto le funzioni della Fondazione Pescheria, si è voluto evitare un doppione».  La capogruppo Pd Anna Maria Mattioli, presidente della commissione Cultura, ha ricordato che «Pesaro 2024 è un traguardo raggiunto grazie a un lavoro di squadra insieme a tanti professionisti che è giusto vadano retribuiti. L’opposizione chiede di essere coinvolta, ma agli Stati generali non ho visto nessuno di loro».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico