Pesaro, Benelli salda il suo debito ma continua la procedura di fallimento

Lo stabilimento Benelli
PESARO - Benelli QJ, si attende l’udienza davanti al giudice fallimentare Davide Storti, il prossimo 26 ottobre. I conti sembrano a posto, il debito pregresso, vecchio di...

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PESARO - Benelli QJ, si attende l’udienza davanti al giudice fallimentare Davide Storti, il prossimo 26 ottobre. I conti sembrano a posto, il debito pregresso, vecchio di circa nove anni è stato saldato, ma la procedura di fallimento continua. L’avvocato Fausto Del Fante, legale della multinazionale di sospensioni per moto, WP Sospension, ha ottenuto da Benelli QJ il pagamento del debito di 130 mila euro, risalente a ben nove anni fa. «Ho presentato una quietanza – commenta l’avvocato – subito dopo l’arrivo del bonifico. Non abbiamo più nulla a pretendere, la partita dovrà essere giocata ora dai legali Benelli QJ in sede di ricorso. La procedura di fallimento in Tribunale, segue però il suo iter in modo indipendente da noi». Il recente pagamento effettuato non ha cambiato quasi nulla nella sostanza, ovvero non ha bloccato la procedura fallimentare, dopo la sentenza di primo grado emessa lo scorso 19 luglio.

Ora a capo della questione fallimento, c’è il curatore Vincenzo Galasso che però, ironia della sorte, non può svolgere le sue normali funzioni. Dopo l’iniezione di liquidità del gruppo cinese e il pagamento del debito con WP Sospension, ora Benelli è un’azienda che sta lavorando normalmente, con fatturato, acquisti e pianificazione. Il curatore resterà in Benelli fino al prossimo 31 ottobre ma il suo incarico potrebbe essere anche rinnovato. In sostanza, nello stesso periodo in cui l’azienda si appresta a preparare il salone di Milano, la manifestazione più importante per moto e motori, Benelli QJ, è coordinata e supervisionata da un curatore. Al salone EICMA, quest’anno l’azienda, presenterà diversi modelli, fra cui la versione definitiva del Leoncino. Ad oggi e in attesa dell’udienza di ottobre, la Benelli QJ dev’essere considerata fallita e se in appello sarà confermata la sentenza di primo grado, l’azienda potrebbe essere obbligata a consegnare i libri in Tribunale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico