Pesaro, morto Alfredo Mensitieri: giudice colto e riservatissimo. Quando ​Papa Wojtyła telefonò al prefetto per ringraziarlo

Pesaro, morto Alfredo Mensitieri: giudice colto e riservatissimo. Quando Papa Wojtyła telefonò al prefetto per ringraziarlo
PESARO Un uomo di legge colto e giusto, dall’animo gentile, di una riservatezza proverbiale. È morto ieri mattina all’ospedale San Salvatore il giudice Alfredo...

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PESARO Un uomo di legge colto e giusto, dall’animo gentile, di una riservatezza proverbiale. È morto ieri mattina all’ospedale San Salvatore il giudice Alfredo Mensitieri. Aveva 85 anni e sabato sera condizioni di salute sono peggiorate. Una notte al San Salvatore poi ieri mattina con la moglie Ileana Rubechi e la figlia Eleonora al suo fianco, ha lasciato questa terra. Difficile raccontare 55 anni di lavoro nella magistratura, dove si è occupato di giustizia civile e penale con la sua riconosciuta preparazione.  Riassume le tappe principali il suo amico e collega Pierfrancesco Marini. «Ho imparato tanto da lui - rivela con voce commossa al telefono - abbiamo condiviso tante cose ma sono ricordi personali che mi tengo nel cuore. Dico solo che era un uomo brillante, rispettoso di tutti, colto, amante della musica, apprezzato da tutto il palazzo di Giustizia». Il giudice Mensitieri è stato infatti fino a ieri il presidente degli Amici della Lirica

Nato a Imperia nel 1937


Un uomo che conosceva i misteri dell’animo umano e aveva nell’anima una volontà ferrea di essere giusto. Nato a Imperia nel giugno del 1937, da una famiglia orgogliosamente napoletana, che ha seguito per tanti anni le peregrinazioni del padre, provveditore agli studi, a 23 anni aveva già la sua laurea in tasca e iniziava la sua lunga carriera professionale insegnando Diritto del lavoro all’Università di Macerata. Ancora giovanissimo vince il concorso in magistratura e diventa giudice. A Pesaro parte dalla Pretura, in gergo la procurina, poi nel 1998 quando il sistema giudiziario italiano viene modificato da una storica riforma, le Preture vengono cancellate e Mensitieri approda in Tribunale, il vecchio tribunale di via San Francesco.
Diventa rapidamente un punto di riferimento per i giovani magistrati, firma importantissime sentenze, presiede le sezioni civile e penale del Tribunale di Pesaro, come giudice tributario fa parte della relativa commissione ma è anche presidente della Corte d’Assise. Al termine della sua carriera come riconoscimento per le sue capacità e la limpidezza del suo agire diventa magistrato di Cassazione nella sezione II Civile. Si accolla lunghi viaggi in treno tra Pesaro e Roma e a sottolineare il suo impegno i colleghi di allora ricordano di averlo chiuso negli uffici romani perché immerso nel suo lavoro Mensitieri non si era accorto di nulla. Tra le sue più menzionate azioni molti ricordano la battaglia contro il film di Paul Godard Je vous salue, Marie e quel rossetto rosso, un po’ blasfemo sulle labbra della Madonna. Fece sequestrare tutto e a causa conclusa il papa Karol Józef Wojtyła telefonò al prefetto di Pesaro per ringraziare quel coraggioso magistrato.

La figlia Eleonora: «Padre meraviglioso»


Sotto choc la moglie - anche lei a suo tempo apprezzatissima responsabile della segreteria presso la procura della Repubblica del Tribunale di Pesaro - che è stata accanto al marito per 42 anni, una coppia esempio dell’amore coniugale intenso e senza esitazioni. La figlia più piccola del giudice Mensitieri Eleonora, tra le lacrime ha detto: «È stato un padre meraviglioso». Ileana e Alfredo Mensitieri hanno accolto una famiglia allargata di sei figli: Paolo, Andrea, Laura, Edoardo, Giovanni e l’ultima arrivata a suggellare una grandissimo amore, Eleonora. Il funerale di Alfredo Mensitieri sarà celebrato mercoledì alle 15 nella chiesa di Loreto, dove il giudice e sua moglie per una vita intera hanno pregato e ascoltato le messe. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico