PERGOLA - Ha contato fino 160 telefonate in poco più di una settimana da parte della persona con cui ha avuto una storia durata quasi due anni. In alcune, dall’audio...
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«Non è stata quasi mai una storia facile. Spesso beveva. In due anni mi ha sbattuto fuori di casa una decina di volte, nonostante per lui e i suoi figli facevo di tutto. Poi mi ha mandato via da casa. Sono dovuta andare anche al pronto soccorso per le botte ricevute». Ma seppur non più sotto lo stesso tetto, l’inferno, per la 48enne pergolese, è continuato. «Presto sono iniziati ad arrivarmi messaggi su WhatsApp, quindi a fine settembre le prime telefonate anonime. Tante, tantissime. Mi arrivavano a tutte le ore, non riuscivo più a vivere. In molte si può ascoltare lui mentre fa sesso con una donna. Non ho mai avuto dubbi che fosse la persona con cui sono stata due anni, si capiva benissimo dalla voce, dal tono». Ma la donna per vederci chiaro fino in fondo ha scaricato un’applicazione nel suo smartphone che permette di individuare i numeri anonimi. «E quel numero è proprio il suo. Ho anche registrato molte di quelle telefonate. E le conservo tutte. Sono poi andata dai carabinieri a denunciarlo. Ho anche richiesto l’applicazione di una misura cautelare restrittiva nei suoi confronti per quanto mi ha fatto. La mia vita è cambiata, è stata stravolta da tutti gli atti persecutori e ho subito anche un cambiamento psicologico per le continue telefonate».
E ieri mattina l’ennesima puntata della triste storia. «Si è presentato dove lavoro e con una scusa si è avvicinato. Ancora una volta mi ha minacciata. Sono stanca, sfinita, ma non ho paura. Mi ha fatto troppo male quanto ho subito in quest’ultimo periodo ed è giusto che lo raccontassi, anche come esempio per altre donne che vivono o hanno vissuto storie come la mia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico