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SAN COSTANZO - «Non sporgerò nessuna denuncia, per me la vicenda si è chiusa subito, anche se un po’ di amarezza rimane così come rimangono certi problemi».
Parole di don Stefano Maltempi, che, l’altro giorno, in pieno centro, è stato aggredito da un quarantenne residente in provincia di Ancona, invitato dal parroco 74enne di San Costanzo a procedere con l’auto più piano visto anche il limite dei 30 chilometri orari. E’ successo in corso Matteotti.
L’episodio
Don Stefano in abiti comuni stava uscendo dalla chiesa di Sant’Agostino, con un gruppo di genitori. L’uomo alla guida di una cabrio scura con la capote tirata su, identificato grazie ad una delle telecamere installate dall’amministrazione comunale per il controllo del territorio contro gli episodi di criminalità, attraverso l’incrocio tra modello dell’auto e orario (19.40 di venerdì), appena sentite le urla del parroco, che prima aveva fatto il gesto di rallentare, è sceso e si è diretto verso di lui.
«Credo che andasse intorno agli 80 chilometri orari - spiega il sacerdote - quando lungo il corso c’è il limite dei 30.
I divieti non rispettati
Il parroco ha già voltato pagina, ma certi problemi rimangono: «Esattamente, perché in questa parte del paese è una vera e propria baraonda. Qui non c’è quasi nessuno che rispetta i 30 chilometri orari, vanno tutti a velocità sostenuta. Bisogna stare attenti ad uscire dai negozi e dalle abitazioni. Giusto il martedì c’è un po’ di pace perché c’è il mercato. E’ difficile anche dormire la notte con i motorini che sfrecciano avanti e indietro. Insomma, se ci sono delle regole vanno fatte rispettare, così non si può andare avanti». E dalle 21 c’è anche l’isola pedonale.
Sulla spiacevole vicenda è intervenuto il sindaco Filippo Sorcinelli: «Esprimo solidarietà al nostro amato parroco don Stefano per il grave episodio che si è manifestato venerdì sera lungo corso Matteotti. Ho dato subito mandato al comandante della polizia locale Andrea Rovinelli di bloccare tutte le immagini e i video che riguardano questo fatto in modo tale che non vengano distrutti. Questo per poterle mettere a disposizione per eventuali indagini sul gravissimo episodio».
Le indagini
Le indagini dei carabinieri, grazie all’ausilio delle telecamere, hanno già permesso di risalire al conducente dell’auto. L’uomo con una querela della parte offesa per lo schiaffo manata sarebbe perseguibile per il reato di percosse (articolo 581 del codice penale) per il quale si rischia fino a sei mesi di reclusione o una multa fino a 309 euro.
Don Stefano, conosciuto da tutti come ‘don Memo’ è stato chiaro, nessuna denuncia: «perché un passo del Vangelo di San Luca dice: ‘perdonate e sarete perdonati’». La speranza, almeno, è che si cambi immediatamente registro con il rispetto dei limiti di velocità.
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