I trampoli di Schieti nel registro Unesco, il sindaco di Urbino ritira il certificato a Roma: «Il gioco unisce le generazioni ed è cultura»

I trampoli di Schieti nel registro Unesco, ritirato il certificato a Roma: «Il gioco unisce le generazioni ed è cultura». Nella foto, da sinistra, Silvio Filippini, Maurizio Gambini, Massimiliano Sirotti e Paolo Avigo
URBINO - Anche il Comune di Urbino in rappresentanza dello splendido borgo di Schieti, come annunciato alcuni giorni fa, ieri era a Roma tra le 15 comunità italiane...

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URBINO - Anche il Comune di Urbino in rappresentanza dello splendido borgo di Schieti, come annunciato alcuni giorni fa, ieri era a Roma tra le 15 comunità italiane invitate al Ministero della cultura per ritirare il prestigioso riconoscimento dell’iscrizione nel “Registro delle buone pratiche della convenzione Unesco” del “Tocatì per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali come patrimonio culturale immateriale”.

Il Palio a giugno

L’attestato è stato ricevuto dal sindaco Maurizio Gambini. «Per Urbino - afferma l’amministrazione comunale - il bel riconoscimento va al Palio dei trampoli che si svolge nel mese di giugno a Schieti. Complimenti al centro socio culturale Don Italo Mancini per il bel lavoro svolto da anni».

«Un certificato importante non solo per la frazione di Schieti ma per tutta la città di Urbino e il suo territorio – hanno sottolineato Massimiliano Sirotti e Silvio Filippini, rispettivamente vicepresidente e presidente del centro Don Italo Mancini, presenti ieri a Roma con il sindaco –. Oseremmo dire rilevantissimo, considerato che nelle Marche sono rappresentate nel Tocatì soltanto Schieti e Treia, quest’ultima con il lancio del pallone col bracciale. Nel nostro piccolo rappresentiamo un apprezzabile veicolo turistico. I trampolisti di Schieti saranno presenti anche quest’anno nel centro storico di Verona dal 14 al 17 settembre all’evento del Festival internazionale dei giochi in strada Tocatì (in veneto tocca a te).

Il significato storico

«Tocatì – insiste Sirotti - lavora ogni anno per raccontare la contemporaneità di una pratica tradizionale come quella del gioco: tra le strade del festival non c’è confine di generazione, lingua, esperienze, perché esistono azioni che si tramandano nel tempo senza sforzo, armoniosamente connesse con le persone. E ormai tutti quanti sanno perfettamente il significato storico ed antropologico dei trampoli nella comunità di Schieti perché in quel gioco abbiamo le nostre usanze, tradizioni, costumi, la nostra storia e quindi la nostra cultura. Grande la soddisfazione per questo risultato, ottenuto con il lavoro serio di un’intera cittadina e iniziato, con il progetto, ben 16 anni fa quando siamo entrati nella rete italiana dei giochi tradizionali con l’Associazione giochi antichi (Aga) di Verona, presieduta da Paolo Avigo».

Il ricordo di Bartolucci

«Non dimentichiamoci - sottolineano Filippini e Sirotti - che nel 1998 Raniero Bartolucci, ricercatore storico di Schieti, ci diede l’idea di avviare questa manifestazione. Quest’oggi non abbiamo tagliato solo un traguardo ma abbiamo puntellato l’inizio di un percorso. Vogliamo allacciare dei rapporti di amicizia con siti europei che hanno usi e memorie come le nostre».

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Corriere Adriatico