Omicidio stradale: morì il padre di un bambino di 10 anni, il carrozziere Isabettini assolto dal tribunale

Omicidio stradale: morì il padre di un bambino di 10 anni, il carrozziere Isabettini assolto dal tribunale
FANO - Il processo dopo l’incidente mortale, la richiesta di un maxi risarcimento e la sentenza. Ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare di Pesaro Claudio...

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FANO - Il processo dopo l’incidente mortale, la richiesta di un maxi risarcimento e la sentenza. Ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare di Pesaro Claudio Isabettini, 64 anni, accusato di omicidio stradale. Il fatto risale al 26 agosto del 2021, la vittima è Massimo Pastore, originario di Napoli, padre di un bimbo di 10 anni. L’uomo di 48 anni viaggiava a bordo di una Citroen 1 e dopo aver affrontato una curva andò a sbattere contro una Fiat Panda che arrivava dalla parte opposta.

 

Un impatto tremendo in cui entrambi i passeggeri sono rimasti prigionieri delle lamiere deformate e contorte. Purtroppo per Pastore non c’era più niente da fare, l’uomo era deceduto sul colpo. Il conducente che si trovava sulla Fiat Panda, invece, era rimasto ferito e grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Fano era stato estratto senza ulteriori danni dall’abitacolo per essere prontamente assistito dai sanitari del 118. 

Sbandò l’auto della vittima

Isabettini, piuttosto noto in città in quanto gestore di una carrozzeria ed appassionato di auto d’epoca, doveva rispondere dell’accusa di omicidio stradale colposo. La Citroen condotta da Massimo Pastore, percorrendo la strada di Caminate verso Fano, dopo aver superato una curva, non è più riuscita a restare nella sua corsia di marcia; forse per la velocità, aveva invaso la corsia opposta proprio quando sopraggiungeva la Panda condotta da Isabettini. Per la violenza dello scontro la Citroen ha compiuto un giro di 180 gradi e si era fermata con la parte anteriore rivolta nella direzione da cui proveniva. In quel punto, tra l’altro la carreggiata è particolarmente stretta.

I reati secondo l'accusa

Per l’accusa l’imputato avrebbe commesso 3 violazioni: ovvero aver superato i 50 km/h arrivando ai 67 km/h in curva (secondo il consulente del pm appunto, per il consulente della difesa la velocità era di 54 km/h), non aver tenuto una velocità commisurata alla stato dei luoghi e infine non aver tenuto una destra rigorosa. 


L’avvocato dell’imputato, Nicola Maria Ciacci, ha fatto leva sul concorso di colpa, con predominanza della vittima che ha invaso la corsia di 135 cm e andava oltre i 50 km/h. Inoltre non aveva la cintura allacciata, cosa che ha provocato i traumi risultati fatali.

I familiari della vittima si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Giulio Maione che ha chiesto 700mila euro di risarcimento. Il pm ha chiesto 8 mesi di reclusione contando i benefici del rito abbreviato. Il giudice ha assolto l’imputato per insufficienza di prove. L’avvocato Maione attende di leggere le motivazioni della sentenza per avviare un eventuale azione civilistica per il risarcimento qualora la procura non facesse appello.

 

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Corriere Adriatico