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SAN LORENZO IN CAMPO - Quella testimonianza in aula secondo la procura era tesa a creare un alibi per l’ex fidanzato. Finisce a processo e viene condannata. Lei è una ragazza di 32 anni che nel 2019 era la compagna di Franco De Luca (42 anni) condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato di Sesto Grilli, il 74enne di San Lorenzo in Campo, trovato morto in casa, legato, con un cuscino sul volto il 17 marzo 2019.
La ricostruzione
Assieme a lui furono condannati Dante Lanza (36 anni) all’ergastolo, Massimiliano Caiazza (30 anni) e Nino Deluca (31 anni) a 16 anni.
La difesa
L’avvocato Giovanni Mauro, difensore della donna e di De Luca spiega: «L’accusa sostiene che ci sia stata una sostanziale discrepanza tra quanto raccontato in fase di indagini e poi in fase dibattimentale. In aula ha detto di aver sentito Franco De Luca spesso nei giorni 15-18 marzo. In particolare viene citata una telefonata, la sera dell’omicidio, in cui lei ha riferito che Franco si stava coricando facendo intendere che non poteva essere a San Lorenzo. E che l’indomani non sarebbe andato a Rimini a far visita alla ragazza che dalla Calabria rientrava in Germania dove all’epoca viveva».
Poi viene contestata la chiamata delle 5,25 quando lei avrebbe cercato nuovamente Franco, senza ottenere risposta. «Per la procura un tentativo di costruire un alibi a Franco De Luca». Il pubblico ministero ha chiesto 2 anni e 4 mesi di condanna mentre il giudice ha condannato la donna a 2 anni e 6 mesi. «Attendiamo le motivazioni e faremo sicuramente appello. C’è una perizia sui tabulati che dimostra la telefonata delle 5,25. Andremo avanti» chiude l’avvocato Giovanni Mauro.
L'ultimo grado
Intanto è stata fissata l’udienza in Cassazione per il processo dell’omicidio Grilli: si terrà l’11 maggio. Nella ricostruzione avvenuta con la sentenza d’appello era emerso che l’obiettivo era la rapina perché i quattro sapevano della disponibilità economica di Grilli. Lanza e Franco Deluca sono ritenuti gli autori materiali dell’omicidio, vista la presenza del loro dna sul nastro adesivo usato per legare l’anziano che non voleva rivelare la combinazione della cassaforte. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico