Maxi sequestro da 12 milioni di euro, l'ombra della criminalità organizzata su un imprenditore di Rimini: aveva diversi affari nel Pesarese

Maxi sequestro da 12 milioni di euro, l'ombra della criminalità organizzata su un imprenditore di Rimini: aveva diversi affari nel Pesarese
RIMINI - Un maxi sequestro da 12 milioni di euro più la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l'obbligo di soggiorno per un anno. Nei guai un...

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RIMINI - Un maxi sequestro da 12 milioni di euro più la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l'obbligo di soggiorno per un anno. Nei guai un imprenditore 64enne residente a Rimini, di origini calabresi, con diversi affari nel Pesarese. L'uomo, in passaro, era finito nei guai per presunti legami con la 'Ndrangheta e una evasione fiscale da 5 milioni di euro, nel 2018, attraverso una società del settore fotovoltaico. I sigilli sono stati posti su 9 fabbricati, 44 terreni nelle province di Rimini e Pesaro e Urbino, quote societarie di sei società con sede nel Riminese operanti nel ramo della costruzione di edifici residenziali e non, commercio al dettaglio di materiali edili ma anche fabbricazione di computer, contanti per 210mila euro, beni aziendali e crediti per 1,4 milioni di euro derivanti da lavori eseguiti usufruendo del bonus 110%. Il valore complessivo stimato è di oltre 12 milioni di euro. 

Il Tribunale di Bologna

Il provvedimento è stato portato avanti dalla Guardia di Finanza di Rimini dopo essere stato emesso dal Tribunale di Bologna, sezione misure di prevenzione patrimoniale, su proposta della Procura della Repubblica di Rimini. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, il capitale accumulato dall'imprenditore sarebbe il frutto di una serie di illeciti: dalla bancarotta fraudolenta all'evasione fiscale commessi nel corso degli anni.

"Socialmente pericoloso"

In considerazione del profilo criminale, dell’esiguità dei redditi dichiarati e dell’evidente sproporzione rispetto al patrimonio, nel tempo, acquisito - spiegano dalla Gdf - si è ritenuto che il soggetto, considerato socialmente pericoloso, per il tenore di vita sostenuto, potesse vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose. Il destinatario delle misure, infatti, è stato più volte condannato, anche con sentenze passate in giudicato, per lesioni personali colpose, calunnia, bancarotta fraudolenta, falso ideologico ed annovera carichi pendenti per dichiarazione fraudolenta, emissione ed utilizzo di fatture false, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori. "Dal punto di vista patrimoniale, la puntuale ricostruzione, effettuata dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini anche attraverso mirate indagini finanziarie, ha permesso di acquisire elementi in ordine alla disponibilità, da parte del citato soggetto, di beni immobili disponibilità finanziarie ed aziende, di valore sproporzionato al reddito dichiarato e all'attività economica svolta. I beni sono stati affidati in custodia ad un Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale felsineo. Il sequestro in questo caso, assume un valore anche “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità".

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Corriere Adriatico