Operazione Mozzicone, nove arresti Stop allo spaccio nella provincia pesarese

Operazione Mozzicone, nove arresti Stop allo spaccio nella provincia pesarese
URBINO - Nove arresti sono stati eseguiti nell'ambito dell'operazione antidroga Mozzicone. Sette giovani di origine...

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URBINO - Nove arresti sono stati eseguiti nell'ambito dell'operazione antidroga Mozzicone.






Sette giovani di origine albanese e due giovani residenti a Fermignano sono finiti in manette con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Si tratta dell'epilogo di un anno di indagine sui canali spaccio al dettaglio della droga nell'hinterland pesarese fino al litorale di Marotta.



Gli arresti sono stati eseguiti anche a Taranto e Savona dal Nucleo radiomobile dei carabinieri Compagnia di Urbino su ordine della magistratura di Urbino. Smantellato un fiorente traffico di cocaina e marijuana, una rete in cui finivano non solo insospettabili imprenditori, professionisti o impiegati di banca ma anche minorenni cui lo stupefacente era addirittura ceduto ad un prezzo di favore per accalappiare la loro fiducia. Cagli, Fossombrone, Urbania Fermignano, questi i principali canali di rifornimento.



L'indagine era partita nel mese di febbraio dello scorso anno dopo la segnalazione di un furtivo passaggio di un involucro, all'interno di un bar di Urbania fra un albanese e un giovane della zona.



Fra gli arrestati residente nel fermignanese, Giuseppe Baratto, detto il Calvo ed originario di Taranto, e Giovanni Olimpio, 27 anni, parrucchiere detto Giovi, già conosciuto dai militari perché arrestato sul territorio, nelle operazioni Piazza Pulita 1 e 2 sempre coordinate dalla Procura della Repubblica di Urbino. Tutti gli spacciatori trattavano considerevoli quantitativi di stupefacente e potevano contare su una clientela vasta ed eterogenea.



Per piazzare meglio e sicuri di non essere scovati, lo stupefacente, i nove si erano ingegnati con degli "imboschi" ovvero incavi o luoghi in cui le dosi venivano occultate. Polvere bianca incelofanata è stata rinvenuta all'interno delle fessure dell'asciugamani elettronico che si trova nei bar, altre dosi in incavi naturali come tronchi di alberi seculari e nei rami alti dove la chioma era più fitta sfuggendo così furbescamente al controllo dei cani cinofili. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico