Maxi rissa e carabinieri aggrediti: scaricabarile dei quattro arrestati, si cercano due testimoni

MAROTTA - Il giudice Giacomo Gasparini si pronuncerà nella giornata odierna sulla maxi rissa a Marotta di Mondolfo, all’alba di sabato scorso, che ha portato a...

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MAROTTA - Il giudice Giacomo Gasparini si pronuncerà nella giornata odierna sulla maxi rissa a Marotta di Mondolfo, all’alba di sabato scorso, che ha portato a un accoltellamento, due carabinieri feriti, quattro stranieri in carcere e alla chiusura del Miu per 30 giorni. Nel tardo pomeriggio di ieri si è intanto conclusa, dopo circa tre ore di dibattito, l’udienza per la convalida degli arrestati. In attesa di conoscere quali decisioni saranno adottate nei loro confronti, continuano le indagini per definire il numero esatto delle persone coinvolte.

 

Ora gli inquirenti stanno cercando di rintracciare altri due testimoni, ritenuti di particolare importanza. Si tratterebbe di altrettanti giovani che avrebbero subito un tentativo di aggressione prima dell’impressionante parapiglia e che potrebbero fornire un’indicazione decisiva su chi per primo abbia iniziato ad alzare le mani.

Durante l’udienza di ieri sarebbe infatti iniziato un gioco allo scaricabarile sulle responsabilità che sono state contestate agli imputati.

La ricostruzione
La maxi rissa nelle vicinanze del locale Miu Discodinner, ha contrapposto una quarantina di giovani in più ondate di violenza e brutalità: da un lato un gruppo originario in prevalenza dell’Albania e dall’altro loro coetanei con natali in gran parte senegalesi.

È originario dell’Albania, ha 25 anni e vive ad Ancona il giovane arrestato per tentato omicidio e porto di arma. Una violenta coltellata ha raggiunto all’addome un venticinquenne senegalese, residente a San Severino: trasportato in ospedale a Pesaro e poi ad Ancona, è stato operato d’urgenza e adesso sta meglio. Sarebbe stato proprio l’accoltellamento il fatto scatenante della maxi rissa e dei ripetuti tentativi di regolare i conti con bastoni e bottiglie.

Sessanta punti di sutura
Ne avrebbe fatto le spese anche un altro venticinquenne di origini albanesi, coetaneo e amico del presunto accoltellatore, arrestato per rissa, resistenza, lesioni e danneggiamento aggravati: ieri durante l’udienza è stato specificato che ha riportato profondi tagli alla schiena, alla testa e a un braccio, dove sono stati applicati 60 punti di sutura.

La furia e la violenza scatenatesi all’alba non hanno risparmiato i due carabinieri intervenuti per primi con prognosi dalle due alle tre settimane. Danneggiata la vettura di servizio. Rissa, resistenza, lesioni e danneggiamento aggravati sono stati inoltre contestati a un 23enne senegalese, residente a Tolentino, e a un 33enne dominicano che vive a Jesi.

Le reazioni politiche


Intanto i fatti di Marotta continuano a tenere banco. «Quei carabinieri vanno premiati. Hanno gestito egregiamente il pericolo, a rischio della loro vita», affermava Stefano Pollegioni, delegato Udc per la sicurezza. Angelo Bertoglio, presidente dell’Associazione vittime d’Italia, ha aggiunto che «la maxi rissa evidenzia che le forze dell’ordine sono le prime vittime di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti». Solidarietà ai due carabinieri anche dal Popolo della famiglia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico