Mal di testa e poi la febbre: Matteo ucciso da un aneurisma a 17 anni

Mal di testa e poi la febbre: Matteo ucciso da un aneurisma a 17 anni
MONTELABBATE - Difficile, impossibile, trovare le parole per raccontare la morte improvvisa di un ragazzo di 17 anni, una famiglia distrutta, una comunità sotto choc. Il...

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MONTELABBATE - Difficile, impossibile, trovare le parole per raccontare la morte improvvisa di un ragazzo di 17 anni, una famiglia distrutta, una comunità sotto choc. Il dolore, l’incredulità e il vuoto sovrastano tutto. Matteo Sanchioni, studente al liceo scientifico Marconi, era una promessa del calcio. Un aneurisma cerebrale, all’arteria vertebrale, se lo è portato via in un paio di giorni. Dolore nel dolore: gli aneurismi, sebbene di origine congenita, sono molto rari sotto i venti anni di età. 


Il mal di testa persistente, poi la febbre, gli allenamenti saltati con la prima squadra dell’Atletico Gallo Colbordolo, in Eccellenza, dopo 8 anni trascorsi nelle giovanili della K-Sport Academy Azzurra di cui era il capitano. Un primo controllo in ospedale per accertamenti, poi l’irreparabile dopo essere entrato in coma. Viveva a Montelabbate con papà Francesco, conosciutissimo titolare del mobilificio Saber, e mamma Beatrice, stimata insegnante di matematica. Lascia un fratello e una sorella, anche lei insegnante, più grandi.
 

Montelabbate, da ieri, è sprofondata nel lutto più profondo dopo una notte passata a pregare, ingruppo, per lui. Matteo, 17 anni compiuti il 14 luglio e una vita ancora da scrivere, amava il calcio e come difensore centrale, per la prima volta, si affacciava nel mondo dei grandi. «Siamo sconvolti» ha raccontato ieri Giacomo Ridolfi, per poche settimane suo nuovo compagno di squadra. Condoglianze, quando la notizia della morte cerebrale ha spento ogni speranza e il dramma ha iniziato a piangere parole ed emoticons come spesso accade sui social, sono poi arrivate dalla Nuova Montelabbate, dall’ex calciatoreoggi allenatore Gianluca Segarelli («Non ci sono parole, lo avevamo affrontato come avversario e poi aveva preso parte ad alcuni centri estivi a Osteria Nuova»), dal preparatore Castrignano («Eri educato, sincero, simpatico: un esempio di impegno e costanza»), da tanti amici, conoscenti, concittadini e dalla Azzurra Calcio, la sua seconda famiglia, che, fin da ieri, ha annunciato con Mauro Vichi che parteciperà al funerale, che potrebbe essere fissato per lunedì, con tutte le squadre giovanili in tuta sociale. I genitori, con un gesto di profondo amore per la vita, hanno dato il via libera all’espianto degli organi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico