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MONTELABBATE - Prosegue l’intensa attività dei carabinieri forestali di Pesaro per contrastare i mezzi illegali utilizzati durante la caccia. Gli uomini dell’Arma hanno preso in flagranza di reato un cacciatore disonesto intento ad esercitare l’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo acustico. Metodo di caccia deplorevole severamente vietato dalla legge.
L’uomo lo aveva abilmente nascosto tra le fronde di un albero nei pressi di un capanno di caccia.
L’utilizzo dei richiami acustici, oltre che costituire una violazione penale, rappresenta un comportamento eticamente scorretto anche nei confronti di tutti i cacciatori che svolgono l’attività venatoria nel rispetto delle norme vigenti. Ma più di tutto attraverso il richiamo “artificiale” è infatti più “facile” ai cacciatori disonesti attrarre gli inconsapevoli uccelli verso i capanni o gli appostamenti di caccia: tale atteggiamento fraudolento comporta inesorabilmente il potenziale calo del carniere degli “onesti” a causa dei “furbetti” che fanno man bassa della selvaggina in transito. A testimonianza di questo atteggiamento, vi è il fatto che il denunciato non aveva segnato sul tesserino venatorio un tordo bottaccio che aveva abbattuto al fine di poter superare i limiti di capi abbattuti previsti dalla legge.
Oltre a ciò, essendo l’abbattimento della fauna selvatica reso maggiormente facilitato, vi è anche la conseguenza negativa del danneggiare le specie migratorie che attraversano la nostra penisola in questo periodo dirette verso le calde terre africane. Gli effetti negativi dei richiami acustici artificiali possono addirittura modificare il loro comportamento.
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Corriere Adriatico