Utilizzava richiami acustici vietati: per il cacciatore scattano multa e denuncia

Utilizzava richiami acustici vietati: per il cacciatore scattano multa e denuncia
MONTELABBATE  - Prosegue l’intensa attività dei carabinieri forestali di Pesaro per contrastare i mezzi illegali utilizzati durante la caccia. Gli uomini...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MONTELABBATE  - Prosegue l’intensa attività dei carabinieri forestali di Pesaro per contrastare i mezzi illegali utilizzati durante la caccia. Gli uomini dell’Arma hanno preso in flagranza di reato un cacciatore disonesto intento ad esercitare l’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo acustico. Metodo di caccia deplorevole severamente vietato dalla legge. 

 
L’uomo lo aveva abilmente nascosto tra le fronde di un albero nei pressi di un capanno di caccia. Tutto è successo pochi giorni fa durante un ordinario controllo sull’attività venatoria che prevedeva un appostamento alle prime luci dell’alba. Ed è proprio in quel delicato momento della giornata che il cacciatore è stato sorpreso mentre azionava un richiamo acustico illegale che i Carabinieri forestali hanno immediatamente confiscato. L’uomo, residente nel Comune di Vallefoglia, è stato deferito in stato di libertà alla Autorità Giudiziaria per il reato di esercizio venatorio con mezzi vietati, condotta proibita dall’articolo 21 comma 1, lettera “r” della Legge 157/92 e punita dall’articolo 30 comma 1, lettera “H” della medesima Legge con la pena prevista dell’ammenda fino a 1.550 euro. Oltre al richiamo acustico, è stato sottoposto a sequestro penale anche il fucile.

L’utilizzo dei richiami acustici, oltre che costituire una violazione penale, rappresenta un comportamento eticamente scorretto anche nei confronti di tutti i cacciatori che svolgono l’attività venatoria nel rispetto delle norme vigenti. Ma più di tutto attraverso il richiamo “artificiale” è infatti più “facile” ai cacciatori disonesti attrarre gli inconsapevoli uccelli verso i capanni o gli appostamenti di caccia: tale atteggiamento fraudolento comporta inesorabilmente il potenziale calo del carniere degli “onesti” a causa dei “furbetti” che fanno man bassa della selvaggina in transito. A testimonianza di questo atteggiamento, vi è il fatto che il denunciato non aveva segnato sul tesserino venatorio un tordo bottaccio che aveva abbattuto al fine di poter superare i limiti di capi abbattuti previsti dalla legge. 


Oltre a ciò, essendo l’abbattimento della fauna selvatica reso maggiormente facilitato, vi è anche la conseguenza negativa del danneggiare le specie migratorie che attraversano la nostra penisola in questo periodo dirette verso le calde terre africane. Gli effetti negativi dei richiami acustici artificiali possono addirittura modificare il loro comportamento. 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico