SAN COSTANZO - Hanno scritto al Papa, al consolato italiano, alla Farnesina, a onorevoli e senatori. «Salviamo Baby J», il piccolo di 4 anni che il papà Stefano...
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La causa giudiziaria a Houston finora è costata migliaia e migliaia di dollari fra consulenze, avvocati e ricorsi. E adesso per Stefano si prospetta un ulteriore allungamento dei tempi che aggrava il senso di disperazione, impotenza e frustrazione. Baby J a luglio è stato affidato da una sentenza di un Tribunale del Texas in custodia prevalente alla madre, da cui Stefano si era separato una volta scoperto che il patrigno di lei era un adepto della setta dei “Children of God”, con pesanti sospetti di pedofilia. La battaglia legale di Stefano contro la setta e per salvare Baby J non si sblocca. Le parti dovranno di nuovo tornare davanti alla corte. E spendere altri 20.000 dollari. «A nulla sono valsi finora gli appelli alle isitituzioni – protesta Alessandra – Come sorella di Stefano, zia del piccolo e insegnante che spende la sua vita con e per i bambini, chiedo a chiunque di aiutarci, di sostenere Stefano in questa lotta. E’ stato aperto un conto corrente “Mio fratello non è un figlio unico – salviamo Baby J” per chiunque voglia dare un contributo per Stefano. Le coordinate bancarie a cui rivolgersi sono Banca Unicredit, IBAN: IT63S0200824309000104897936, sede di Fano (via della Giustizia). Il conto è intestato a Cappiello Alessandra e la causale è: “Salviamo Baby J”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico