«Guardia medica, valutate ricorso al Tar». Comitato Salute Pubblica invita i sindaci a monitorare la carenza nella Valcesano

Guardia Medica, un problema anche nella Valcesano
MONDOLFO  - Sono passati 23 giorni e telefonando al numero di servizio della guardia medica di Mondolfo la risposta non cambia: «Per motivi organizzativi contattare le...

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MONDOLFO  - Sono passati 23 giorni e telefonando al numero di servizio della guardia medica di Mondolfo la risposta non cambia: «Per motivi organizzativi contattare le sedi di Calcinelli e Fossombrone da lunedì e giovedì, dal venerdì a domenica telefonare alla guardia medica di Fano».

 

Dal comitato per la salute pubblica si leva un nuovo appello al sindaco e ai consiglieri comunali per sopperire a una mancanza che la popolazione comincia ad avvertire in maniera sempre più concreta: «Mondolfo e Fano fino al 28 febbraio scorso avevano garantite due postazioni di guardia medica complete H24, dal 1 marzo c’è un servizio ridotto con sede a Fano dal venerdì alla domenica, negli altri quattro giorni bisogna rivolgersi alle sedi di Calcinelli oppure Fossombrone. A Mondolfo è completamente sospesa. Una situazione paradossale – attacca Daniele Ceccarelli – E’ come invitare gli utenti a rivolgersi presso i pronto soccorso ospedalieri, notoriamente sotto stress per via della pandemia». 


«L’accordo siglato il 7 marzo dalla Regione con due sindacati dei medici (Fimmg e Snami) prevede l’aumento del compenso orario, per i medici di continuità assistenziale, da 23,31 euro a 30 euro (per chi sceglie una sede scoperta), a 40 euro (per chi sceglie più di una sede scoperta). Accordo che corre il rischio di venir vanificato dall’aumento del costo del carburante». Dal comitato un invito a considerare il ricorso al Tar: «Comprendiamo le difficoltà del momento, ma non vorremmo come spesso accade che sia la popolazione della Casa della Comunità di Mondolfo a rimetterci. Invitiamo, pertanto, i sindaci ed i consiglieri comunali interessati a monitorare la situazione costantemente valutando l’ipotesi di ricorrere al Tar». 

 

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Corriere Adriatico