Urbino, il numero dei positivi nell'ospedale no-covid è sopra il livello di guardia. Trasferimenti a rilento. La proposta: «Usiamo la struttura di Cagli»

Un reparto dell'ospedale, foto d'archivio
URBINO - Situazione fortemente critica nell’ospedale ducale. Il sindaco Gambini ed i primi cittadini della Media e Alta Valle del Metauro, ieri, sono stati in video...

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URBINO - Situazione fortemente critica nell’ospedale ducale. Il sindaco Gambini ed i primi cittadini della Media e Alta Valle del Metauro, ieri, sono stati in video conferenza con Andrea Cani, dirigente dell’Asur Marche Area Vasta 1, e Romeo Magnoni, direttore dell’Area Vasta 1. E’ stato stilato, nel pomeriggio, un documento in cui i sindaci ribadiscono con forza e determinazione «chiarezza, trasparenza e responsabilità». La nota, controfirmata da tutti, verrà inoltrata all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, all’Asur e allo stesso Romeo Magnoni. 

 

 

Andrea Cani ha rimarcato che «nell’area contumaciale ci sono ben 15 pazienti positivi». Oltre i 13 dovrebbe scattare un piano d’emergenza per i cosiddetti smistamenti negli ospedali dedicati. I sindaci puntano il dito su strutture come quella di Macerata Feltria con 27 posti disponibili e, se non bastasse, Cagli. In fondo Maurizio Gambini, pubblicamente, aveva sottolineato che è sopraggiunto il tempo di «coinvolgere, nel ricovero dei positivi che necessitano di ospedalizzazioni ma non di terapie intensive, strutture private ubicate in zona e, tra queste, anche Cagli». Inoltre si è chiesto «più personale sanitario per l’Area Vasta 1». Come ci diceva Andrea Cani, giorni fa, «…è noto che il personale è impegnato pesantemente su più fronti e che “soffre” del numero di assenti per contagio che insiste anche in tale categoria (si spera nelle vaccinazioni in corso attualmente per minimizzare tale impatto); si è in attesa dell’esito delle procedure di reclutamento delle varie figure ora in itinere». Il sindaco di Fermignano Emanuele Feduzi, come i suoi colleghi, è molto preoccupato: «Il vero “focus” è l’Ospedale di Urbino: se è un nosocomio “no-Covid” non ci possono essere, anche se in un’area particolare e lontana da altri degenti, 15 ricoveri positivi. Se ad una persona prende un infarto dove lo portiamo vista la chiusura dell’unità operativa di Cardiologia a degenze esterne?».



«Grandissima preoccupazione per quanto sta accadendo all’Ospedale di Urbino dove si verifica un duplice problema – insiste l’assessore alla Sanità Elisabetta Foschi - da un lato si stanno ricoverando più positivi di quanto previsto dal piano emergenze per un ospedale no-Covid visto che non si riescono a trasferire altrove pazienti affetti da coronavirus; dall’altro uno strano e non ben spiegato contagio contemporaneo di gran parte dei sanitari di Cardiologia e Rianimazione ha portato alla chiusura dei due reparti e alla sospensione degli interventi programmati. Credo che l’entroterra non possa restare privo di un ospedale dotato di Rianimazione e Cardiologia che sia in grado di dare risposta alle patologie e alle urgenze no-covid di un così ampio territorio. Urbino è corsa più volte in soccorso di altri ospedali e territori. Ora non può essere lasciato solo». 

 

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Corriere Adriatico