Pesaro, addio a Rolando Tittarelli Celebri le sue feste in villa per il Rof

Rolando Tittarelli
PESARO Casa Tittarelli è nella memoria dei pesaresi e del Rossini Opera Festival come uno dei luoghi che ha avvicinato i cantanti e gli ospiti del prestigioso festival alla...

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PESARO Casa Tittarelli è nella memoria dei pesaresi e del Rossini Opera Festival come uno dei luoghi che ha avvicinato i cantanti e gli ospiti del prestigioso festival alla città grazie ai memorabili ricevimenti di apertura e chiusura di ogni edizione. La scomparsa del professor Rolando Tittarelli, ex direttore dell’Istituto di Scienze Oftalmologiche dell’Università di Ancona, gigante della chirurgia oculistica, avvenuta questa domenica a Torrette di Ancona, ha lasciato un vuoto immenso in città e molta tristezza nel cuore di Gianfranco Mariotti che lo ricorda come un “gran signore” nei modi e nella sostanza: «Era stato un docente universitario importante ed era direttore della clinica oculistica dell’Università di Ancona, ma questo suo ruolo non lo faceva mai pesare». Un uomo con un senso dell’ospitalità straordinario: era solito attendere gli ospiti del Rof in cima alla scalinata di casa sua, sulla Panoramica, con un bicchiere di vino in mano che offriva cordialmente agli invitati, sempre sorridente e disponibile. 


Così, per 37 anni consecutivi. Con eleganza, sobrietà e passione, unica, per la musica. Rolando Tittarelli era stato un consigliere del Rof negli anni 2000 e , dall’estate 2016,la figlia Federica, fa parte del cda in un ideale scambio di testimone. La moglie Paola, che ha ereditato la passione per il Belcanto dal padre Wolframo, già presidente della Provincia, della Fondazione Rossini negli anni in cui si creò il team di studiosi (Bruno Cagli, Philip Gossett e Alberto Zedda) che avviarono il lavoro di riscoperta del Rossini sconosciuto, è invece presidente degli amici del Rossini Opera Festival fin dal 1997, anno della sua istituzione. L’idea dei ricevimenti fu un’intuizione di Mariotti in occasione della prima dell’Otello. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico