Fusione di Aset in Marche Multiservizi, il sindaco di Urbino forza il no di Fano. Chiesto incontro urgente tra tutti i Comuni

La sede centrale pesarese di Marche Multiservizi
PESARO - La contromossa sulla proposta di aggregazione in Marche Multiservizi di Aset, l’azienda dei servizi pubblici locali di Fano, avanzata dal consiglio di...

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PESARO - La contromossa sulla proposta di aggregazione in Marche Multiservizi di Aset, l’azienda dei servizi pubblici locali di Fano, avanzata dal consiglio di amministrazione della società pesarese alla fine di gennaio e già abortita per la decisiva iniziativa della controparte fanese, viene dal sindaco di Urbino.

 
Maurizio Gambini, titolare del 3,9% di azioni di Marche Multiservizi che gli valgono la nomina di un proprio rappresentante nel cda, ha chiesto un incontro urgente per discutere dell’operazione societaria, scrivendo a tutti i sindaci della provincia, al presidente dell’ente Provincia e dell’Assemblea territoriale di ambito dei rifiuti, Giuseppe Paolini, e al presidente dell’Autorità di ambito territoriale ottimale, Marco Ciccolini (sindaco di Urbania)

Il partner che conta
Il partner principale dell’operazione, ovvero il Comune di Fano, ha già detto no alla proposta formalizzata lo scorso 25 gennaio dall’amministratore delegato Mauro Tiviroli e dal presidente Daniele Tagliolini di Mms, seppure con una volontà del consiglio comunale (l’organo amministrativo competente sulle scelte strategiche di Aset, società in house providing) non governata dal sindaco Massimo Seri ed espressa con una maggioranza politica trasversale e anomala, in cui la componente del Pd vincitrice del recente congresso comunale e la sinistra, che governano il Comune, si sono saldati con le opposizioni del M5s e del centrodestra.

Ciò è avvenuto attraverso una mozione passata in consiglio con 14 sì, di cui 5 del centrosinistra di governo, 10 no e la mancata partecipazione al voto del sindaco; una votazione che, ribadendo un indirizzo programmatico della maggioranza condiviso elettoralmente a Fano da tutte le parti politiche, ha escluso la possibilità di fusioni o conferimenti di rami di Aset in società sprovviste del requisito di gestione in house providing, ovvero nelle quali siano presenti capitali privati.

La condizione di Mms
Questa è la condizione di Marche Multiservizi al cui capitale partecipa per oltre il 46% Hera, il partner industriale quotato in borsa che nomina l’amministratore delegato. Una scelta politico amministrativa quella di Fano a tutela della proprietà interamente pubblica di Aset, nonostante le limitazioni del quadro normativo a questa gestione. Le azioni, infatti, sono detenute da 14 Comuni tra cui con il 97,2% la parte del leone la fa appunto Fano. 

Le porte subito chiuse
Perciò le porte per la costituzione di un’unica azienda provinciale per i servizi di gas, acqua, rifiuti e illuminazione pubblica sono state subito chiuse seppure senza un risposta diretta a Marche Multiservizi, che aveva inviato una missiva a tutti i sindaci dei Comuni soci di Aset e a tutti i soci della stessa Mms, rimasta lettera morta. Questo dà al sindaco di Urbino Gambini il pretesto per lamentare il silenzio sulla proposta di Marche Multiservizi, nonostante il vivace dibattito fanese abbia avuto ampia eco sui mass media e sui giornali locali in particolare.

«Un mese fa- scrive Maurizio Gambini nella lettera che risale a lunedì sorso - abbiamo ricevuto la nota del consiglio di amministrazione dell’azienda Marche Multiservizi, che ha puntualmente delineato il quadro dei servizi pubblici nel nostro territorio che il nuovo scenario normativo e regolatorio chiede. Nonostante la rilevanza dell’argomento, non ho riscontrato, né direttamente né indirettamente, alcun segnale di interesse. Non credo che il far finta di nulla rientri tra i nostri compiti di amministratori della cosa pubblica, anzi ritengo che occorre avere il coraggio di cogliere l’occasione per approfondire seriamente la questione e creare le condizioni affinché possiamo valutare oggettivamente gli scenari possibili e quindi prendere delle decisioni avvedute, nell’unico interesse di migliorare i servizi per i cittadini, e, di conseguenza, la qualità della vita e l’economia del nostro territorio provinciale. L’esperienza appena vissuta con i progetti Pnrr ci deve essere di stimolo: l’Ata non ha potuto presentare progetti in quanto non operativa».

«La necessità urgente»
«La necessità di affrontare in termini pragmatici questo progetto - continua il sindaco di Urbino - diventa ancora più urgente, stante le ormai evidenti conseguenze socio-economiche che la crisi energetica e oggi purtroppo anche la guerra ci porteranno ad affrontare anche nei nostri territori con le nostre comunità: non trattare queste dinamiche sarebbe da parte nostra un’inadempienza e una colpa grave nei confronti dei cittadini e dei territori che amministriamo. Pertanto, invio questa lettera a tutti i colleghi sindaci della nostra provincia per chiedere un incontro urgente, insieme al presidente della Provincia e di Ata Giuseppe Paolini e al presidente di Aato Marco Ciccolini».

Un’iniziativa quella intrapresa che costituisce una forma di pressione per forzare la posizione politica di Fano, dando una sponda al sindaco Seri vincolato al centrosinistra, che spinge da sempre per l’azienda unica provinciale, attraverso un sindaco nominalmente di centrodestra ma con l’assessore regionale Stefano Aguzzi particolarmente sensibile ai progetti di Marche Multiservizi.

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Corriere Adriatico