Morta dopo due morsi di ragno, le ultime confidenze di Cristina agli amici: «Troppe medicine, speriamo bene»

Cristina Calzoni
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GABICCE MARE -  Esistono e accadono vicende così personali e tragiche che rifuggono dal rumore esterno; e dovrebbe essere così per la drammatica sorte di Cristina Calzoni, la giovane donna residente a Vigna del Mar di Gabicce Monte ma gli eventi personali assurgono a fatti di cronaca quando sembrano inspiegabili ad un’intera comunità che oggi piange il suo sorriso e si interroga sul come si potesse evitare un epilogo tanto feroce. 

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Due gli episodi definiti: due morsi velenosi da ragno violino nel giro di due mesi, visite mediche e terapie assunte su prescrizione medica, consulti al Centro antiveleni di Bologna. Il dolore che non molla, un’operazione chirurgica per ridurre l’edema e forse la zona che il veleno potrebbe aver infettato, poi qualcosa che sembra una sciatica. Non esistono antidoti o trattamenti farmacologici specifici per il morso da ragno violino: nei casi in cui si manifestino lesioni significative serve un trattamento farmacologico con antibiotici e cortisonici. 

In rari casi può essere necessaria la pulizia chirurgica della lesione. Qualsiasi medico avrà dovuto prescrivere da antistaminici a cortisone ad antibiotici e terapie antidolore, affinché il dolore placasse. A volte i farmaci possono mascherare i sintomi, a volte interagiscono negativamente specie se assunti per tempi prolungati. Cristina conduceva la sua vita normalmente e in tanti l’hanno incontrata per le vie di Gabicce e Cattolica con il suo fido cane Aki, tranquilla come sempre. Con gli amici si era però confidata nei giorni precedenti, scherzava sulla quantità di medicinali che era obbligata a prendere per sconfiggere quel nemico che si era insinuato e da ormai cinque mesi non le concedeva tregua. «Prendo solo medicine, speriamo bene». 



Occorrerà indagare sull’accaduto perché non si può definire come morte naturale una tale vicenda: accertare se possa esser stata procurata da un sovradosaggio di farmaci e anche, ormai date per accertate le punture dell’insetto, allertare chi deve occuparsi di possibili pericoli nella zona del Parco, mettendo in guardia chi ci vive o lo frequenta, anche se finora non c’erano state segnalazioni al riguardo. Cristina Calzoni, 45 anni, stava comunque traslocando.

 

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Corriere Adriatico