Baia Imperiale, riapertura amara: «Lavoriamo a una serata il 19 febbraio ma non crediamo più in quello che dice il Governo»

La scalinata della Baia Imperiale
GABICCE Anche se dal 10 febbraio le discoteche potranno riaprire e ci si potrà accedere solo con il Super Green pass (guariti dal Covid o vaccinati), il mondo della notte...

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GABICCE Anche se dal 10 febbraio le discoteche potranno riaprire e ci si potrà accedere solo con il Super Green pass (guariti dal Covid o vaccinati), il mondo della notte rimane in allerta e sembra non fidarsi del tutto di quello che è stato annunciato dal governo centrale. Un settore, quello delle discoteche e dell’intrattenimento che, in Italia, muove giro di affari di circa 7 miliardi l’anno e dà lavoro a migliaia di persone, e che è ancora fermo al palo dopo due anni di pandemia. Solo qualche apertura “a singhiozzo” qua e là non può certo fermare l’emorragia sempre più inarrestabile che sta colpendo questa industria, come spiega anche Marco Badioli della Baia Imperiale di Gabicce Mare (ex Baia degli Angeli), un locale che ha fatto la storia delle disco nella Riviera adriatica e non solo e che aspetta solo di riaprire le sue porte: «Non c’è tanto da dire, stiamo a vedere come si evolverà la situazione, non ci fidiamo più di tanto di quello che c’è stato detto fino ad oggi da parte delle istituzioni». 

 

 

«Noi molto probabilmente faremo una serata in occasione del Carnevale, forse sabato 19 febbraio, ma fino a che non arriverà qualche comunicazione ufficiale da parte del governo che ci consentirà di aprire, rimaniamo in attesa e guardinghi, che altro ci resta da fare? - sottolinea Badioli -. Abbiamo visto in questi due anni quello che è successo, c’è stato riferito tutto e il contrario di tutto e in ogni momento le cose possono cambiare, anche ora, quindi noi possiamo solo navigare a vista e sperare di riuscire ad “avvistare la terra” il prima possibile». Natale e Capodanno saltati all’ultimo momento: «Non aver potuto lavorare nemmeno per le feste di Natale e per la serata di Capodanno, ha tagliato ulteriormente le gambe a questo settore, già martoriato da decisioni scriteriate da parte di chi ci governa, che io definisco dei “dilettanti allo sbaraglio”. Se vogliamo dirla tutta, per Capodanno c’è stato detto solamente 24 ore prima che non avremmo potuto aprire. Siamo allo stremo e di aiuti e ristori, o come volete chiamarli, non ho visto nemmeno l’ombra, almeno quanto riguarda le mie società. Ma con questo non voglio dire che di risorse ne sono arrivate poche, quello sarebbe stato già un buon risultato, bensì che non ne sono arrivate proprio: questa è la realtà».



Badioli parla di quello che sarà, o per meglio dire non sarà, la stagione estiva: «Non mi sento di fare nessun tipo di previsioni, ma solo che abbiamo bisogno di tornare a lavorare, perché non ce la facciamo più».

 

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Corriere Adriatico