Fano, naufragio davanti la costa Pescatori salvi nuotando per 3 ore

La zona in cui è avvenuto il naufragio
FANO  - Hanno appena fatto in tempo a tuffarsi in mare, mentre il loro peschereccio di 14 metri affondava a circa un miglio e mezzo dalla costa di Torrette, ieri notte...

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FANO  - Hanno appena fatto in tempo a tuffarsi in mare, mentre il loro peschereccio di 14 metri affondava a circa un miglio e mezzo dalla costa di Torrette, ieri notte intorno alle 4.30. 


«Crash, crash», continuavano a ripetere ai primi soccorritori i due marinai della barca croata. Raccontavano della botta violenta e del rumore assordante che li hanno svegliati dal sonno, mentre lo scafo strofinava su alcuni scogli, o forse su una secca, e si squarciava lasciando entrare fiotti d’acqua salata. L’hanno vista brutta, se la sono cavata. Stanchissimi, ma indenni, sono riusciti a guadagnare la riva nuotando per circa tre ore abbracciati a un voluminoso parabordo, che hanno usato come salvagente.

Il naufragio risulta ancora poco chiaro da spiegare e questo margine di incertezza è ampliato dalla scarsa confidenza con l’italiano mostrata da entrambi i pescatori, uno di 29 anni e l’altro di 27, che parlano soltanto il croato. Appare scontato che la Procura della Repubblica apra un fascicolo per ricostruire le esatte modalità dell’incidente. La zona del relitto, che ieri all’ora di pranzo emergeva appena sulla superficie del mare, è stata sorvegliata di continuo da una motovedetta della guardia costiera, per prevenire il rischio di urto con altri natanti. Nel primo pomeriggio il peschereccio è stato ispezionato da un reparto subacquei della Marina militare, proveniente da San Benedetto del Tronto e arrivato a Fano in mattinata con sei sommozzatori e un infermiere.«Il controllo ha escluso che si siano riversate in mare delle sostanze inquinanti», ha poi specificato il personale della guardia costiera in servizio nel porto della nostra città. «Nulla di strano» anche per la Squadra mobile della Questura a Pesaro, che aveva subito acceso una spia sulla vicenda. Più facile, infatti, il percorso inverso. Di solito sono gli equipaggi italiani a cercare nelle acque territoriali croate i banchi di pesca più fruttuosi e difficilmente pescherecci croati cercano pesce nel nostro mare.

«Li ho visti uscire dall’acqua intorno alle 7, mentre stavo aprendo l’attività, e ho pensato che fossero pescatori di cozze, ma ho guardato meglio e ho notato che avevano indosso solo mutande e calzetti», raccontava Andrea Di Maggio, titolare del chiosco Stella di mare a Torrette di Fano. Per i due marinai croati era la fine dell’incubo, anche se apparivano molto provati dalla disavventura e dalle tre ore trascorse a nuotare verso riva. «Ho dato a entrambi qualcosa di caldo e sigarette, che mi hanno chiesto subito», ha aggiunto il commerciante. 


«Polizia, chiama polizia: crash, crash». Una volta rifocillati, entrambi i naufraghi hanno provato a spiegare che cosa fosse successo a notte fonda. Tra gesti e qualche parola in italiano è sembrato di capire che a un certo punto della navigazione si sia assopito anche il pescatore al timone, dopo aver inserito il pilota automatico, mentre il collega era già in cuccetta a riposare. Il risveglio è stato dei peggiori. Un’ambulanza del servizio 118 ha raggiunto la spiaggia di Torrette e il personale ha visitato sul posto i due marinai, che comunque non hanno riportato conseguenze dall’incidente. Entrambi sono stati vestiti con indumenti forniti dal magazzino della Caritas.
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Corriere Adriatico