Prenota una visita in ospedale ma l’attesa è da record: 23 mesi. La rabbia di un 75enne

L'ingresso dell'ospedale di Fano
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FOSSOMBRONE «Ho prenotato una visita reumatologica all’ospedale di Fano a gennaio 2020. Risposta: devo attendere giugno 2021. Adesso che la fatidica data è arrivata mi hanno comunicato che la visita in questione slitta a novembre di quest’anno. Chiedo pubblicamente se una situazione del genere sia ammissibile nonostante tutte le difficoltà organizzative che l’emergenza sanitaria può aver determinato» si sfoga il nostro interlocutore che non sa più a quale santo appellarsi. 

Il virologo Clementi: «I sanitari no-vax? Sono persone non corrette. Chi non vuole vaccinarsi rischia grosso con le varianti»

 

«Mi sono direttamente rivolto alla direzione sanitaria, ho avuto rassicurazioni nel senso che il mio caso sarebbe stato preso nelle dovute considerazioni. Non ho ottenuto in verità alcuna risposta. Sono molto rammaricato e dispiaciuto perché ognuno di noi sa quali sono le proprie condizioni di salute e conosce le patologie che lo affliggono. Se calcoliamo bene i tempi non credo sia io un paziente che si lamenta per il gusto di farlo. Chiunque capisce al volo senza troppe chiacchiere». 

Si rimane senza parole, ad essere sinceri, di fronte a questa segnalazione. In pratica la visita di cui si sta parlando potrà avvenire quasi dopo due anni. Fatti salvi eventuali ulteriori rinvii. Sorge perfino il dubbio che le date siano state trascritte male dal cronista. Purtroppo le cose stanno come riferito e il paziente che ha 75 anni ed è affetto da un male cronico si chiede ripetutamente se questa storia non rappresenti una vera e propria vergogna. A fronte di tutti i commenti possibili ed immaginabili, ad epiteti tra i più fioriti ed astrusi, l’unico appello che ci si sente di sottoscrivere è che sia possibile un atto di buona volontà e che al paziente in questione si comunichi una nuova data la più immediata possibile per effettuare la visita. Se la pandemia ha comportato comprensibili disguidi non si può ammettere che si ripercuotano all’infinito conseguenze di questo genere. È l’ennesima conferma che il sistema sanitario territoriale non è in grado di rispondere alle richieste e ai bisogni.



Chi non ricorda il recente caso della signora anziana e sola, sempre di Fossombrone, che ha prenotato una risonanza magnetica e si è sentita rispondere che l’appuntamento era stato fissato addirittura ad Ascoli? Occorre un’azione coordinata e compatta di sindaci che ci si auspica scendano in campo a prescindere, perché questo è essenziale, dai partiti di appartenenza. La gente va difesa a spada tratta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico