Serra Sant'Abbondio, mamma uccisa col coltello: la figlia respinge le accuse

La zona dove è stato trovata morta la donna lunedì mattina
PERUGIA - Lunedì mattina Augusta Brunori, 69 anni di Serra Sant'Abbondio, è morta per un solo fendete alla schiena. Inferto con un coltellaccio, un coltello per...

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PERUGIA - Lunedì mattina Augusta Brunori, 69 anni di Serra Sant'Abbondio, è morta per un solo fendete alla schiena. Inferto con un coltellaccio, un coltello per tagliare la carne, di quelli grandi usati anche per affettare il pane. Un solo colpo che le ha squarciato un polmone, colpito anche il cuore e provocato le ferite devastanti che l’hanno portata a morire dopo un’agonia di pochi minuti.


Forse non poteva essere salvata mamma Augusta nella villetta di Villa di Magione con la piscina e il parco ordinato. Per l’omicidio è indagata la figlia, Francesca Garofane ricoverata da lunedì pomeriggio nel reparto psichiatrico dell’ospedale Santa Maria della Misercordia.

L’ultimo film dell’orrore che si è presentato davanti agli occhi dei carabinieri (la vittima aveva ancora il coltello conficcato nella schiena), l’ha ricostruito, mercoledì pomeriggio, con due ore e mezza di autopsia il medico legale Sergio Scalise Pantuso. Esame autoptico che ha aggiunto certezze a quello che era già emerso sul posto, all’esame del cadavere e a quello che hanno raccolto i carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal sostituto procuratore Manuela Comodi. Per l’indagata il medico che ha seguito l’autopsia è Giampiero Pisano.

Francesca, assistita dall’avvocato Savina Caproni, resta in ospedale e continua a ripetere di non aver ucciso la mamma. Che è stata trovata nel giardino della villa, tra la zona immediatamente esterna alla dependance e la piscina. Il coltello che l’ha uccisa era ancora conficcato nella schiena. Un coltello da cucina, con un manico di almeno dieci-quindici centimetri, «uno di quelli per tagliare il pane» dicono gli investigatori. La morte, secondo i primi rilievi, sarebbe arrivata nel giro di quattro-cinque minuti. Una dato che sarebbe stato confermato dall’autopsia eseguita all’Istituto di medicina legale.


Una degli elementi che andrà chiarito dagli accertamenti e dall’inchiesta è anche quello del tempo passato dall’omicidio di Augusta Brunori e la richiesta di aiuto fatta partire dalla figlia. Un periodo di tempo molto lungo, almeno un paio d’ore. Con Francesca Garofane che prima ha raccontato al suo interlocutore del suicidio della mamma e poi ha cambiato versione parlando di rapina. Comportamento che dimostra le difficoltà della figlia della vittima che era seguita dal servizio psichiatrico della Asl proprio nel distretto di Magione e adesso è indagata per l’omicidio della mamma. Che secondo qualcuno aveva già provato a uccidere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico