Pesaro, la squadra della Provincia "libera" due famiglie rimaste isolate

La squadra della provincia di Pesaro
PESARO - Si lavora senza sosta per liberare le strade di Gualdo di Macerata, nella zona rossa. Alcuni nuclei familiari rimasti isolati, con quasi due metri di neve, sono stati...

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PESARO - Si lavora senza sosta per liberare le strade di Gualdo di Macerata, nella zona rossa. Alcuni nuclei familiari rimasti isolati, con quasi due metri di neve, sono stati raggiunti e liberati ieri proprio dalla squadra di Pronto intervento inviata dalla Provincia di Pesaro e Urbino. A capo del gruppo c’è il pesarese Fabio Bertulli, appena rientrato, e che non ha esitato a raccontare l’impegno e il lavoro dei suoi ragazzi. La squadra operativa della Provincia, resterà nella zona terremotata, almeno fino a martedì, poi, sarà valutato in seguito se continuare le operazioni di aiuto alle popolazioni martoriate da neve e terremoto.

Dal sindaco di Gualdo, Giovanni Zavaglini, è arrivato il ringraziamento al nostro ente locale, ai volontari e al presidente della Provincia Daniele Tagliolini. Giorni di lavoro 24 ore su 24 per il gruppo di Pronto intervento e servizi speciali, arrivato mercoledì sera nella zona rossa con una turbina e un altro mezzo speciale, per liberare strade e abitazioni rimaste isolate. «La situazione che abbiamo trovato – racconta Fabio Bertulli, coordinatore del gruppo – è davvero estrema e la popolazione è molto impaurita dalle nuove scosse. Gente pronta ad uscire ad ogni scossa importante, trovando riparo nelle strutture comunali e di Protezione civile allestite, ma spesso impossibilitata a farlo, perché davanti si trova un muro di neve, che va dal metro e cinquanta a quasi due metri ». La squadra provinciale ha già liberato circa sette strade chiuse, tratti da 3 a 5 chilometri. L’intervento principale, proprio ieri mattina. Grazie alla turbina è stato possibile aprire un’intera strada chiusa da quasi due metri di neve, raggiungendo due abitazioni rimaste isolate da almeno due giorni. I nuclei familiari erano attrezzati ma i viveri iniziavano già a scarseggiare, provvidenziale è stato l’intervento dei volontari.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico