Lutto Nazionale e musica alla Festa de L'Unità: roventi polemiche a Pesaro

La festa de l'Unità a Pesaro
PESARO - Il lutto e la festa, binari paralleli che si uniscono alla Festa Pd Pesaro. Scatenando una serie di considerazioni e polemiche. Ieri è stata la giornata del lutto...

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PESARO - Il lutto e la festa, binari paralleli che si uniscono alla Festa Pd Pesaro. Scatenando una serie di considerazioni e polemiche. Ieri è stata la giornata del lutto nazionale, con i funerali delle vittime del terremoto celebrati ad Ascoli. Le Marche sono diventate il simbolo del lutto di un’intera nazione.

Un giorno in cui è proseguita la gara della solidarietà, in cui la Rai ha messo un drappo nero al posto del logo e tolto ogni forma di pubblicità. In città quello che “stona” è la musica anni ’70 dopo i dibattiti della Festa Pd. Lo hanno fatto notare in tanti, un momento di allegria che va a cozzare col lutto nazionale. Se venerdì è stata la prima delle tre serate, c’è chi chiedeva che ieri lo show si fermasse. E il popolo commenta sui social: “Non si doveva festeggiare, sono morti bambini, mogli, mariti: non penso che una persona voglia festeggiare. Vergogna”. Francesca rincara: “Il Sindaco non lo doveva permettere, ci sono i funerali di stato e lui non ha nessun rispetto per nessuno nemmeno per gli stessi Marchigiani che sono morti”. Il segretario provinciale Pd, Giovanni Gostoli prova a spiegare il perché della scelta di non cancellare lo spettacolo con Radio Veronica. “Vogliamo impegnarci al massimo per la raccolta fondi a favore dei terremotati. Non solo a parole ma gesto concreto. Questa è l’indicazione da tutte le feste del partito. Ovvero andare avanti e cercare di raccogliere più denaro possibile. Queste Kermesse hanno dei costi organizzativi, più abbiamo occasioni e più riusciamo ad avere avanzi di bilancio in modo da contribuire da un punto di vista economico per aiutare le Marche. Noi continueremo a stare vicini agli sfollati anche dopo che si saranno spenti i riflettori mediatici. Per questo la Festa Pd viene trasformata in un grande luogo di solidarietà. Vogliamo replicare al lavoro fatto per il terremoto di qualche anno fa in Emilia Romagna. Abbiamo adottato il Comune di San Felice sul Panaro e dato un aiuto concreto”. Il vicesindaco di San Felice Giovanni Giovanelli scrive: “Fate bene a non fermarvi e nel rispetto delle vittime del dolore, ad organizzare una raccolta fondi. Vi ringrazio ancora per quanto fatto per noi nel 2012. Poi tanti criticano, ma è nei loro diritti”. Gostoli chiude: “Anche le tre serate di musica anni ’70 sono un’occasione di partecipazione in cui raccogliere ancora più fondi. E stiamo pensando anche ad altro, avremo una riunione di direttivo”.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico