Rubano il calice della messa. Il priore: «Colpito al cuore». Una colletta per ricomprarlo

Il priore, padre Giancarlo Mandolini, con il nuovo calice in mano
FANO - Un furto sacrilego è stato compiuto nella chiesa di Santa Maria Nuova. Un ladro è penetrato nella sacrestia e ha rubato il calice, con il quale solitamente...

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FANO - Un furto sacrilego è stato compiuto nella chiesa di Santa Maria Nuova. Un ladro è penetrato nella sacrestia e ha rubato il calice, con il quale solitamente gli officianti celebrano la messa.

L’atto è stato compiuto in pieno giorno e il malvivente ha avuto la via facile, dato che la sacrestia non era chiusa a chiave e il calice era appoggiato su un tavolino a vista, accanto alle ampolle dell’acqua e del vino, su un tavolino nei pressi dell’ingresso.

 

Il ladro conosceva i locali
Non deve essere stato comunque la prima volta che l’estraneo entrava nel locale, dato che la sacrestia che funge anche da cappella di preghiera, si trova in una parte della chiesa a lato del presbiterio da cui è divisa da un corridoio interno ed è facilmente raggiungibile dai fedeli.

Parlare con il celebrante, mentre questi indossa o si sveste dai paramenti è molto facile e a un malintenzionato non può essere sfuggito il calice riposto a ridosso della parete, un oggetto sacro per i frati francescani e per i fedeli che frequentano la chiesa, solo un oggetto venale, invece, per chi in esso vede un mezzo per far soldi.

L'avviso ai fedeli
Scoperto il furto, padre Giancarlo Mandolini, priore del convento di Santa Maria Nuova, ha espresso tutta la sua amarezza. Sabato scorso al termine della messa pomeridiana, nel momento in cui ha reso partecipi i fedeli di quanto era avvenuto, non ha pronunciato parole di condanna, ma ha piuttosto ringraziato quanti, già venuti a conoscenza dell’atto sacrilego, hanno contribuito all’acquisto di un nuovo calice.

Aveva un basso valore venale
«Quello che è stato sottratto – ha dichiarato padre Mandolini – pur essendo dorato, non era di grande valore, per cui non credo che il ladro, vendendolo ne ricaverà tanto; quello che procura tanta tristezza è il mancato rispetto per le cose più sacre che ci colpisce al cuore».

D’ora in avanti la sacrestia sarà ben chiusa a chiave e gli oggetti in essa riposti saranno ben tutelati. La fiducia rivolta nel prossimo questa volta è stata mal ripagata.

La gara di solidarietà
In compenso, come ha evidenziato il priore, in conseguenza del furto si è attivata una gara di solidarietà alla quale molte persone hanno partecipato con le loro offerte; alcune addirittura versando importi a tre cifre.

Segno che la chiesa di Santa Maria Nuova, pur non essendo parrocchia, e i frati minori di San Francesco che la gestiscono, sono molto apprezzati. La chiesa, infatti, oltre ad essere uno scrigno prezioso di opere d’arte, è molto frequentata dal punto di vista religioso.

Le difficoltà economiche


Le difficoltà però non mancano: recentemente il convento è stato venduto e trasformato in appartamenti e i frati sono stati costretti a trasferirsi in locali in affitto; una spesa in più per chi ha fatto voto di vivere in povertà. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico