FANO - La prolungata crisi che si è abbattuta sui mercati finanziari, mantenendo basso il rendimento del patrimonio investito, modifica la politica della Fondazione Cassa di...
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E' questa la novità più rilevante del cosiddetto bilancio di previsione della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, presentato ieri dal presidente Fabio Tombari, alla presenza del segretario Rosati e di altri amministratori dell'ente.
Ma il messaggio politico più importante della conferenza stampa svoltasi a palazzo Malatesta è rivolto alla nuova direttrice generale dell'azienda Ospedali Riuniti Marche Nord, Maria Capalbo: l'accantonamento di 1,2 milioni (a cui concorrono i 250 mila euro stanziati per la sanità nel 2016) destinato all'acquisto del sistema di radioterapia intraoperatoria (Iort) sarà erogato dopo che verranno completate le sale operatorie dell'ospedale Santa Croce e a patto che gli interventi di chirurgia per il tumore alla mammella eseguibili con tale apparecchiatura siano concentrati e svolti in modo continuativo nel polo fanese di Marche Nord, che perciò dovrà essere potenziato riguardo al personale, a partire dall'assunzione di un chirurgo bravo e di prestigio.
Questa per la Fondazione è una condicio sine qua non, in contrasto con la politica aziendale annunciata da Maria Capalbo al suo insediamento, che prevede la realizzazione a Muraglia del polo oncoematologico. Il messaggio dell'ingegnere Tombari sul punto è chiarissimo: Maria Capalbo dovrà confermare con atti concreti e non con promesse gli impegni già assunti con la Fondazione dall'ex direttore generale Aldo Ricci in occasione di un incontro con una cinquantina di donne operate al seno. “Noi non possiamo dare le attrezzature all'ospedale di Muraglia - precisa Tombari - perché le nostre erogazioni devono ricadere per legge nel territorio di competenza, che non comprende il comune di Pesaro. Se quello di Muraglia diventasse l'ospedale unico di Marche Nord e a Fano non avessimo più l'ospedale Santa Croce, una situazione che io non mi auguro, provvederemmo diversamente”.
Le erogazioni previste nel 2016 ammontano a 1.105.000 euro (oltre a 51 mila euro vincolati dalla legge al volontariato) e sono ridotte del 42 per cento rispetto a 1,905 milioni dell'anno scorso. Al netto di spese di funzionamento dell'ente, oneri fiscali e riserve, tale somma è il frutto di una prudenziale valutazione del rendimento degli investimenti finanziari pari al 2%. La stessa percentuale era stata prevista per il 2015, ma per completare palazzo Bracci Pagani (che sarà inaugurato in occasione della giornata del Fai di primavera) e la scuola per l'infanzia di Lucrezia si era attinto per 635.384 euro dagli accantonamenti precedenti per le erogazioni, la cui disponibilità ora resta di 2,2 milioni. Nel 2014 la previsione del rendimento era stata del 2,5% ma la redditività concretamente conseguita nell'anno è stata dell'1,9%, perciò la Fondazione ha dovuto ricorrere agli accantonamenti per rispettare gli impegni delle erogazioni.
Nel 2016, oltre a 320 mila euro per il welfare e a 250 mila per la salute, verranno erogati 185 mila euro al settore cultura, 270 mila a quello dell'istruzione, 50 mila al settore famiglie e assistenza (il capitolo che nel 2015 conteneva l'ultima tranche di fonti per l'asilo di Lucrezia) e 30 mila per l'ambiente (parco del lago Vicini).
“Abbiamo preferito mantenere stabili le erogazioni per welfare, educazione e sanità non realizzando una grande opera - ha spiegato Tombari-. Del resto poche Fondazioni hanno fatto quello che abbiamo fatto noi, è stata una scelta non da tutti condivisa ma che io ritengo ottimale e che altre Fondazioni hanno seguito”. Con la crisi, la moral suasion del vescovo ha fatto effetto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico