FANO - Ecco le nuove nomine all'interno della Fondazione Cassa di risparmio di Fano. L'assemblea dei soci nella riunione di stamattina ha designato a scrutinio segreto i...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il segretario generale della Fondazione Carifano Vittorio Rosati informa che i nominativi dei designati sono: Franco Battistelli, Pierpaolo Fraticelli, Gabriele Frausini, Luca Guerrieri, Corrado Piccinetti (confermati nella carica per il secondo mandato) e Tonino Giardini e Maria Francesca Mariani (nominati per il primo mandato).
I sette consiglieri generali designati dagli enti locali e dalle istituzioni del territorio saranno scelti dal Consiglio generale in carica, tra rispettive rose di designati, nella seduta prevista per il 15 giugno, che insieme con i sette soci, designati oggi dall'assemblea, andranno a comporre il nuovo Consiglio generale.
L'assemblea ha anche nominato 8 nuovi soci. Si tratta di Alessandro Cecchetelli nominato dall'assemblea su proposta del consiglio notarile dei distretti riuniti di Pesaro e Urbino, Giuseppe Barocci su proposta dell'ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Pesaro e Urbino, Mirella Montalbano su proposta dell'ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Pesaro e Urbino, Bruno Giannotti su proposta del Comune di Fano, Antonio Bertozzini su proposta del Comune di Pesaro, Fosco Vergari su proposta dei Comuni di Pergola e Fossombrone, Assunta Maiorano e Donatella Menchetti eletti dall'assemblea dei soci.
L’impegno più importante che il nuovo Consiglio generale, presieduto dall’ingegnere Fabio Tombari confermato l’anno scorso alla presidenza della Fondazione per il terzo mandato quinquennale, probabilmente sarà quello di decidere la sorte dell’investimento in Banca Marche quando l’istituto sarà risanato con un prevedibile aumento di capitale. Allora si tratterà di valutare se investire altri milioni, oltre ai 45 già impegnati negli anni scorsi e ampiamente svalutati per il deprezzamento del titolo azionario, al fine di mantenere l’attuale quota del 3,35 per cento del capitale, oppure rinunciare con la conseguenza di perdere definitivamente il valore investito anche nell’ipotesi di un apprezzamento futuro del titolo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico