Suicidio assistito, veglia in piazza per Fabio: oggi sarà trasferito all’hospice di Fossombrone

Veglia in piazza per Fabio: oggi sarà trasferito all’hospice di Fossombrone
FERMIGNANO - Si è svolta ieri sera la veglia organizzata dal Comune di Fermignano in piazza Garibaldi per salutare Fabio Ridolfi, il 46enne che ha deciso di sottoporsi alla...

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FERMIGNANO - Si è svolta ieri sera la veglia organizzata dal Comune di Fermignano in piazza Garibaldi per salutare Fabio Ridolfi, il 46enne che ha deciso di sottoporsi alla sedazione profonda e continua a causa dei ritardi nella procedura per il suicidio medicalmente assistito. In particolare il Comitato etico regionale non ha indicato il farmaco da utilizzare impedendo di fatto il suicidio assistito. Per l’Associazione Luca Coscioni parteciperà Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia legale. Oggi sarà trasferito all’hospice di Fossombrone.

 

«Pur rinnovando la gratitudine per l’interessamento diretto da parte del Ministro Speranza - ha scritto ieri l’associazione Coscioni - non possiamo non notare che il Ministro sembra confondere il futuro con il passato. Mariò ha infatti già dovuto sborsare i 5.000 euro, coperti dalla raccolta fondi pubblica lanciata dall’Associazione Luca Coscioni. Non si tratta dunque di ipotizzare un ‘ntervento del Governo laddove ve ne sia bisognò. Si tratta semmai di attuare un risarcimento e di emanare precise direttive affinché un episodio del genere non si riproduca». Così Filomena Gallo e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni replicano elle dichiarazioni del ministro della Salute in un’intervista a La Stampa.

«È quanto andiamo chiedendo al Governo da mesi - sottolineano -. In assenza di una circolare ministeriale i Servizi sanitari regionali possono impunemente proseguire il boicottaggio della sentenza ‘Cappato Antonianì della Corte costituzionale, in vigore da quasi tre anni senza mai poter essere stata applicata. L’inerzia parlamentare non può e non deve fungere da alibi per disapplicare le norme in vigore stabilite dalla Consulta» insistono.

«Chiediamo al Ministro Roberto Speranza e al Governo di attivarsi contro l’inerzia delle Aziende Sanitarie Regionali attraverso i loro poteri affinché mai nessun malato debba attendere i tempi di Fabio, di ‘Antoniò che attende da 20 mesi, di Mariò che ha atteso 18 mesi, per ricevere i pareri previsti dalla sentenza 242/19 della Corte costituzionale» concludono Gallo e Cappato. 

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Corriere Adriatico