Fermata dai carabinieri la protesta ​dei migranti di Piobbico

Fermata dai carabinieri la protesta ​dei migranti di Piobbico
URBANIA - Da Borgo Pace a Piobbico: il tam tam della protesta dei migranti cambia paese, ma non la sostanza. Una cinquantina di rifugiati ospitati in una struttura di accoglienza...

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URBANIA - Da Borgo Pace a Piobbico: il tam tam della protesta dei migranti cambia paese, ma non la sostanza. Una cinquantina di rifugiati ospitati in una struttura di accoglienza del Candigliano, nel comune di Urbania ma al confine con la vicina Piobbico, in attesa di essere riconosciuti come perseguiti ed ottenere i documenti per rimanere in Italia od essere rispediti a casa, minuti di cartelli, hanno protestato scendendo verso Piobbico facendo capire che la Commissione che sta valutando la loro posizione, affretti più possibile i tempi e più che altro di essere trasferiti in città più grandi. La manifestazione si è svolta in modo pacifico, anche perché i carabinieri di Piobbico, intervenuti insieme a quelli di Apecchio, prima della cittadina dei Brancaleoni, gli hanno fermati e consigliati di non andare oltre in questa loro protesta, atta più che altro ad attirare l’attenzione degli organi competenti. Avvisata immediatamente la Prefettura, sul posto è arrivato un responsabile della cooperativa il Labirinto che gestisce queste strutture e dopo un proficuo dialogo, gli stranieri sono stati convinti, anche i più irremovibili, a ritornare nel loro luogo di accoglienza, con la promessa che la loro situazione sarà oggetto di approfondimento con gli organi della Prefettura. Un protesta che si sta spandendo sempre di più nel suolo nazionale e che riguarda la gestione dei flussi migratori dal Nord Africa, con molti rifugiati che non trovano di loro gradimento, la destinazione provvisoria destinata. Da qui le proteste come quella di qualche mattina fa, fermata con intelligenza dai carabinieri, prima di Piobbico. Potrebbe essere utile utilizzare il protocollo recentemente firmato tra Prefettura e Comune di Pesaro per il lavoro volontario dei migranti.


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Corriere Adriatico