Pellegrini mamma, parla papà Matteo Giunta: «Niente parto in acqua. Io con lei in sala fino al cesareo. Matilde forte come la bis nonna di Fede»

Pellegrini mamma, parla papà Matteo Giunta
PESARO Il primo contatto con l’acqua, elemento di famiglia, è stato rimandato per cause di forza maggiore. Per far nascere Matilde, la primogenita di Matteo Giunta e...

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PESARO Il primo contatto con l’acqua, elemento di famiglia, è stato rimandato per cause di forza maggiore. Per far nascere Matilde, la primogenita di Matteo Giunta e Federica Pellegrini, è servito un cesareo alle 6.51 del 3 gennaio. «L’idea era di fare un parto in acqua - conferma papà Matteo - ma per come si sono messe le cose non è stato possibile. Stanno entrambe bene e questa è la cosa più importante».

Il lavoro più complicato, come si dice, è stato di Federica.

«Direi proprio di sì, io sono stato spettatore e di supporto per quanto possibile. Il lavoro difficile è stato tutto suo».

Ha assistito al parto?

«Sì, tutto il travaglio, durato tante ore, fino a poco prima del cesareo». 

Matilde se l'è presa comoda.

«I giorni erano finiti il 29 dicembre, lei è nata il 3 gennaio. Evidentemente stava bene dove stava».

E come sta ora la bimba?

«Molto bene, grazie. Sono stati giorni belli e complicati».

Con Federica avete ringraziato tutta l’equipe medica che via ha seguito.

«Sono stati tutti fantastici, dall’ostetrica con cui Federica aveva fatto il corso per la nascita e che ci ha dato una grande mano, alla ginecologa Alessandra che ci ha seguito per 9 mesi. Poi, Tiziana, la dottoressa del Centro Federale di Verona che collabora con me dal 2015, un rapporto professionale di lunga data, iniziato con il nuoto e andato avanti oltre lo sport. Infine, il chirurgo Marcello. Sono stati tutti spettacolari, impeccabili. Per questo ringraziamo il Sacro Cuore (di Negrar, Verona, ndr) che ci ha accompagnato in questo incredibile viaggio».

Come sta ora Federica?

«Si sta riposando, sta bene. Quando è nata Matilde tutto il resto è passato in secondo piano. C’è una felicità indescrivibile, che poi è la voglia di diventare genitori»

E lei, Matteo, sta realizzando di essere diventato papà?

«Ho provato emozioni enormi. Mi avevano detto che lo avrei capito solo quando sarebbe successo ed è così».

Dove siete ora?

«Siamo ancora in ospedale. Ci resteremo, come da prassi, qualche giorno. È tutto regolare».

La sua famiglia è lì con voi?

«Sì, sono arrivati da Pesaro il giorno stesso. Erano ansiosi di poter conoscere la bimba»

A chi somiglia Matilde?

«Non lo so ancora, difficile dirlo. Vedremo quando crescerà»

E il nome Matilde chi l'ha deciso?

«Il nome piaceva ad entrambi da sempre. Quando abbiamo iniziato a fantasticare sul diventare genitori ci siamo subito detti: se è femmina, la chiamiamo Matilde. Si chiamava così la bisnonna di Fede, era una donna molto forte. E i nomi spesso si scelgono per associazione di persone che hai conosciuto».

Quando verrete a Pesaro?

«Appena ci saremo assestati. Ora il primo pensiero è tornare a casa e far prendere familiarità a Matilde con i nostri 4 bulldog francesi».

 

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Corriere Adriatico