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FANO - Vedere per credere. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su come nonostante i correttivi messi in atto dall’amministrazione comunale per moderare la velocità dei veicoli che percorrono via Trave i divieti vengano sistematicamente ignorati, la realtà della situazione è documentata dai resti delle lamiere delle auto che si sono scontrate con i cordoli dei dissuasori esistenti.
E’ infatti una singolare forma di protesta quella messa in atto da Giorgio Francolini, la cui abitazione è posta proprio di fronte a uno dei dissuasori, che ha esposto in una bancarella situata al margine della strada, cerchioni di auto, specchietti frammenti di paraurti, pezzi di carrozzeria perduti dalle auto nell’impatto con i restringimenti della strada; perfino blocchi di cemento schizzati via dai cordoli in seguito agli urti.
Le auto infatti nell’avvicinarsi alle strettoie, invece di rallentare, rispettando l’obbligo di dare la precedenza, all’apparire di un veicolo che giunge dalla parte opposta, accelerano la loro velocità pur di passare per prime, urtando contro i cordoli, se non contro l’altro mezzo. Purtroppo incidenti non sono mancati e si teme che ben presto quell’esposizione di reperti meccanici debba essere sostituita da bende insanguinate. E’ un altro modo per evidenziare, secondo i protestatari, come la soluzione, attuata dal Comune nel realizzare due restringimenti a senso unico alternato nel tratto di via Trave dall’incrocio con via Giustizia e la palestra della Virtus e una mini rotatoria nell’incrocio con via Venturi, non solo non risolva il problema, ma sia diventata pericolosa anch’essa. Nei restringimenti pochi rispettano il diritto di precedenza assegnato ai veicoli diretti verso via Giustizia e nella mini rotatoria quasi nessuno si ferma per far passare i veicoli che si immettono da via Venturi.
La vera soluzione, secondo i residenti, sarebbe quella di installare le telecamere e di sanzionare chi non rispetta il limite di velocità, fissato in 30 chilometri all’ora. «Solo toccando i cordoni della borsa – ha evidenziato Giorgio Francolini – sarà possibile rendere a più miti consigli anche i più irrispettosi. Non si capisce perché, mentre in altre località tale sistema di videosorveglianza è comunemente usato nelle vie più a rischio, a Fano questo provvedimento non si può prendere. Noi rischiamo la vita ogni giorno e già qualcuno è finito al pronto soccorso».
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Corriere Adriatico