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FANO - «Il mio più grande desiderio è di lasciare un bel ricordo». Lo diceva Franco Minestrini, il settantenne ferroviere in pensione investito giovedì scorso a Metaurilia, al termine di un’intervista per l’Ecomuseo. Se l’intensità di un ricordo è misurabile dall’affetto pubblico, quello lasciato da Minestrini è più che bello: è straordinario. Decine e decine di persone erano dentro la chiesa di San Benedetto, centinaia sul sagrato e anche oltre, riunite in unideale abbraccio alla vittima dell’ennesima tragedia sulla statale Adriatica e alla sua famiglia.
Il funerale è stato concelebrato ieri pomeriggio da don Antonio Interguglielmi, della parrocchia locale, e da don Antonio Biagioli di Madonna Ponte, in un clima composto ma attraversato da una percepibile emozione.
L’Ecomuseo Metaurilia orto di mare ha stilato un elenco degli incidenti mortali ed è raggelante la sua lunghezza dal 1934 (da quando la bonifica permise di costruire il borgo rurale originario) ai giorni d’oggi. Giovedì scorso Franco Minestrini aveva appena portato gli sfalci del suo orto a una vicina isola ecologica, quando è stato investito ai margini della strada da un furgone che un istante prima aveva urtato un cassonetto dei rifiuti. Ieri pomeriggio un’intera comunità ha voluto rendere l’estremo saluto a un uomo che con orgoglio rivendicava origini familiari legate alla terra: «Il lavoro più vicino a Dio», ha detto don Antonio Interguglielmi, che nella sua omelia ha parlato anche di «tragedia straziante», della «testimonianza di fede portata da Franco» e di speranza: «Nulla va perduto». Franco Minestrini lascia la moglie, tre figli e una numerosa famiglia; terminata la funzione il suo feretro è stato trasportato al cimitero di San Costanzo.
Il ferroviere in pensione era un componente attivo del circolo Albatros e collaborava con l’Ecomuseo al progetto che punta al rilancio di due ortaggi tradizionali a Fano: il cavolfiore tardivo e il pomodoro tondo liscio. Ne aveva recuperato i semi originari e li aveva piantati nel suo orto: «Il più bello di Metaurilia», gli riconoscevano gli amici.
Un silenzioso rispetto ha accompagnato il funerale anche all’esterno della chiesa, ma ci sono gesti che sono più eloquenti di tante parole. Qualcuno, lungo il tratto locale della statale Adriatica, ha già listato a lutto con un drappo nero i teli rossi del comitato Noi di Fano Sud, un gruppo attivatosi per sostenere la richiesta primaria dei residenti. È realizzare una viabilità più sicura in un centro abitato, Metaurilia, che vive gomito a specchietto con il traffico e dove muoversi a piedi oppure in bicicletta è ormai considerato un azzardo, perché ci si sente al riparo solo dentro casa o nell’abitacolo di una vettura.
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Corriere Adriatico