Tra i misteri di Sant'Agostino anche il corpo di un vescovo che si è dissolto nella cripta

Fano, tra i misteri di Sant'Agostino anche il corpo di un vescovo che si è dissolto nella cripta
FANO - Si lavorava al carro Assalto alla diligenza. Era il 1951. Quell’anno la sfilata dei carri allegorici si sarebbe spostata per la prima volta dal corso cittadino al...

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FANO - Si lavorava al carro Assalto alla diligenza. Era il 1951. Quell’anno la sfilata dei carri allegorici si sarebbe spostata per la prima volta dal corso cittadino al più ampio percorso di viale Gramsci. Il bozzetto era opera di Hermes Valentini e Luciano Pusineri, due giganti tra i maestri carristi fanesi.

Il gruppo di ragazzi infatuati dal cinema western che realizzava l’opera si indaffarava nella chiesa di sant’Agostino, dove una bomba sganciata nel corso della precedente guerra, distruggendo l’abside, aveva interrotto la celebrazione dei riti sacri.

 

Oscure presenze
Di notte la chiesa risuonava di oscure presenze e i ragazzi tra una mano di colla e l’altro, mentre stendevano fogli di giornale sulle sagome create dagli artisti, avvertivano strani rumori provenire dalle cavità del pavimento. Uno, più coraggioso degli altri, si decise ad aprire una botola e, munito di una candela, a scendere nel sottosuolo.

Qui lo accolse una visione agghiacciante: al centro della cripta c’era un catafalco sul quale riposava un corpo perfettamente conservato. Il giovane non fece in tempo ad avvertire i suoi amici che in pochi istanti il cadavere si dissolse completamente, probabilmente a causa dell’aria penetrata di colpo nel sotterraneo. Quando anche gli amici arrivarono dell’antico defunto non era rimasta che una lieve traccia di polvere sul catafalco.

Sembra una storia inventata; invece l’episodio è realmente accaduto. Il giovane che allora fece la macabra scoperta si chiamava Giorgio Viola e chi oggi l’ha riportata all’attualità, essendo allora tra quei ragazzi che lavoravano all’Assalto alla diligenza è il regista Leandro Castellani che lo descrive con grande suggestione nel suo ultimo libro “Il trasloco”, una serie di racconti e memorie, molte delle quali dedicate a Fano.

Dai paramenti che indossava, probabilmente quel corpo che giaceva incorrotto da tempo era quello di un vescovo. Questo è uno dei tanti misteri che si cela sotto il complesso di Sant’Agostino che, come tutti sanno, conserva un’area archeologica di grande rilievo e importanza, da cui la diceria che il cadavere fosse quello di Vitruvio, ma ovviamente, questa sì che è una favola.

I lavori per un museo


Chissà ora, se nei nuovi lavori intrapresi dal vescovo Trasarti per ridare all’edificio una sua funzionalità (il progetto è quello di farne un museo di arte sacra), non si indaghi anche sotto il pavimento, per aggiungere un nuovo capitolo a quello scritto da Castellani. Altre storie descritte dal regista riguardano: il pittore padre Tarcisio Generali e il suo visionario rapporto con il colore, l’origine dei portolotti, Sassonia, il Lisippo, lo spiaggiamento nel Lido di un balenottero, nel susseguirsi di racconti che coinvolgono il lettore come una rapida sequenza di immagini cinematografiche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico