Vigile del fuoco picchiato a morte a Rimini, il buttafuori fanese in lacrime si difende dalle accuse ma resta in carcere

Il tribunale di Rimini, nel riquadrato il buttafuori che risiede a Fano
FANO Klajdi Mjeshtri resterà in una cella del carcere di Rimini. L’ha stabilito il gip, l’autorità giudiziaria del Tribunale romagnolo, ieri al termine...

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FANO Klajdi Mjeshtri resterà in una cella del carcere di Rimini. L’ha stabilito il gip, l’autorità giudiziaria del Tribunale romagnolo, ieri al termine dell’interrogatorio di garanzia che riguardava il giovane buttafuori fanese di 28 anni, accusato di avere ucciso con una raffica di pugni Giuseppe Tucci, trentaquattrenne vigile del fuoco originario di Foggia, nella notte fra sabato e domenica scorsi. 

 


Il ricorso


L’avvocato difensore di Mjeshtri, il fanese Giulio Maione, ha già annunciato che ricorrerà al Tribunale del Riesame a Bologna, per chiedere la revoca del provvedimento di custodia cautelare in carcere oppure la sostituzione del provvedimento con gli arresti domiciliari. Nel corso dell’interrogatorio l’imputato appariva frastornato e piangeva. Spiegava, si giustificava, e per le sue lacrime l’interrogatorio di garanzia è stato sospeso un paio volte. La sostanza delle dichiarazioni è stata riassunta dal suo legale.

«I pugni sono stati cinque o sei, non cinquanta – ha detto Maione – e la verità è che il mio assistito è stato colpito e minacciato. Sono in attesa di conoscere quale sarà l’esito dell’autopsia che verrà effettuata sul corpo del vigile e per il quale la difesa ha nominato come consulente il medico legale Pesaresi, confidando che faccia la dovuta chiarezza sulla vicenda, e a quel punto mi esprimerò». Tucci è stato trovato agonizzante vicino al ristorante discoteca Frontemare di Miramare di Rimini e ricoverato nel reparto di rianimazione all’ospedale Infermi: ogni speranza che potesse riprendersi è ben presto decaduta e una commissione medica ne ha dichiarato il decesso. Gli inquirenti si sono subito orientati verso Mjeshtri, che è rimasto sul posto senza tentare la fuga e che è stato prima accusato di lesioni gravissime e poi, quando il vigile del fuoco è spirato, di omicidio volontario. Il giovane buttafuori, 


L’interrogatorio


 Il giovane buttafuori nel corso dell’interrogatorio di garanzia, si sarebbe difeso sostenendo che Tucci aveva assunto un atteggiamento molesto (non è ancora chiaro se la ragazza in questione fosse la fidanzata di Mjeshtri) e di essere stato da lui minacciato e colpito in un crescendo di comportamenti fuori controllo, tanto che il vigile del fuoco è stato allontanato dal locale due volte. Mjeshtri - ha racontato al gip - di essersi recato in ospedale per accertarsi sulle condizioni del trentaquattrenne, dopo essere venuto a conoscenza delle sue condizioni. Il Gip del Tribunale a Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha però confermato la custodia nel carcere dei Casetti. L’esame autoptico previsto per la giornata odierna dovrebbe dunque fornire ulteriore chiarezza sul numero dei pugni che hanno raggiunto Tucci e quali siano stati i colpi che abbiano provocato le lesioni fatali. 


L’autopsia


All’accertamento parteciperà il consulente di parte, Mauro Pesaresi del reparto di medicina legale ad Ancona, che è stato indicato dall’avvocato Maione. Nel frattempo, una tessera dopo l’altra, comincia a ricomporsi e il complesso mosaico di quella maledetta notte che doveva essere di allegria e spensieratezza (Tucci e un collega avevano deciso di trascorrere un po’ di tempo in discoteca) e che invece si è conclusa con il ferimento e poi con la morte di un giovane uomo di 34 anni Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico