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FANO - Lui è un romano di 44 anni, residente ufficialmente in Portogallo ma di fatto domiciliato nel Fanese. Oggi è in carcere perché deve rispondere di una serie di truffe relative alla vendita di auto mai consegnate e per non aver rispettato l’obbligo di dimora. Ma la lunga lista di guai non è finita, perché ieri è iniziato un processo davanti al collegio del tribunale di Pesaro per un’accusa di estorsione.
L’uomo era ospite dal padre della fidanzata del figlio quando ha iniziato a chiedere somme di denaro.
In caso di mancata consegna non avrebbe mai restituito il precedente prestito. Non solo, avrebbe anche aggiunto che non aveva niente da perdere frasi come: «Tu non sai chi sono io, non mi conosci». Nel giro di una settimana, la terza richiesta pressante: questa volta 3.300 euro conditi dalla minaccia: «Stai attento a quello che fai». L’uomo ha ceduto e consegnato in totale 8.000 euro in appena 10 giorni, ma poi ha denunciato tutto e si è scoperto il passato del 44enne. Per lui almeno cinque episodi di truffa ai danni di acquirenti di auto con acconti e vendite prlurime.
Perciò il romano aveva l’obbligo di dimora nel comune di Fano. Restrizione disattesa per tre volte, l’ultima con un viaggio in Portogallo. Ma al ritorno per lui sono scattate le manette, ora è nel carcere di Ancona. Ora dovrà rispondere dell’accusa di estorsione, difeso dall’avvocato Filippo Ruggeri.
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