Violenza sessuale, 40mila euro di risarcimento: ecco cosa successe quella sera

Violenza sessuale, 40mila euro di risarcimento: ecco cosa successe quella sera
FANO  - La novità è che la vittima si costituisce parte civile e chiede un risarcimento di 20mila euro. La storia è quella dello spumante e della...

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FANO  - La novità è che la vittima si costituisce parte civile e chiede un risarcimento di 20mila euro. La storia è quella dello spumante e della presunta sostanza narcotizzante prima del rapporto sessuale. Un 30enne fanese sarà giudicato il 9 gennaio per violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa. Ieri l’ammissione delle costituzione di parte civile e il rinvio per la scelta del rito. 

 
E’ la storia di una serata di giugno dell’anno scorso, a Fano. Un gruppo di amici aveva fatto festa nell’abitazione del giovane, mentre il 30enne aveva passato una prima parte della serata in un locale fanese. Arrivato alla festa, molti giovani stavano abbandonando il luogo per rincasare. Ma qui il 30enne ha trovato una ragazza che aveva provato a corteggiare inutilmente. Un amore non corrisposto. Lui le avrebbe offerto un bicchiere di spumante e subito dopo lei si era sentita male accusando un forte senso di nausea e stanchezza. Un malessere tale da rifugiarsi in camera da letto e sdraiarsi. Ma lì lui l’avrebbe raggiunta e spogliata. A quel punto avrebbe consumato un rapporto sessuale approfittando dello stato di malessere e smarrimento della ragazza.

La giovane gli diceva di smettere e che voleva essere lasciata in pace, ma lui avrebbe proseguito. La giovane l’indomani, avendo la certezza di aver subito il rapporto e di essere stata quindi abusata, è corsa in farmacia per prendere la pillola del giorno dopo. Non solo, è andata anche al pronto soccorso per farsi refertare e mettere nero su bianco del rapporto subito. La ragazza ha sporto querela e il 30enne è ora imputato per violenza sessuale aggravata anche dall’aver somministrato alcolici incrementati con una presunta sostanza narcotizzante.

Ipotesi tutta da chiarire e molto dubbia. L’udienza è stata aggiornata e con il prossimo capitolo si capirà con quale rito sarà giudicato l’uomo difeso dall’avvocato Andrea Casula. L’avvocato Matteo Mattioli tutela la vittima. Anche Gens Nova, rappresentata dall’avvocatessa Elena Fabbri, è stata ammessa come parte civile per tutelare le persone vittime di violenza in nome dell’associazione. Pure lei ha chiesto 20mila euro di risarcimento.

 

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Corriere Adriatico